Sono 22 le persone denunciate, di cui diciotto quelle sottoposte a misura cautelare
nell’ambito di una vasta operazione tra le province di Trapani e Catania, coordinata dal
Servizio Centrale Operativo e condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Trapani,
dal Commissariato di Pubblica Sicurezza di Marsala con la collaborazione della
Squadra Mobile del Capoluogo etneo.
Nel mirino degli investigatori gli appartenenti a tre gruppi criminali, tra loro collegati e
specializzati nel furto delle postazioni ATM, mediante l’utilizzo di escavatori.
I malviventi utilizzavano infatti mezzi d’opera, di regola rubati, per scardinare le
postazioni bancomat e poi, dopo averli caricati a bordo di altri veicoli pesanti, sempre
oggetto di furto, erano soliti portarli in località appartate, dove provvedevano
all’apertura per estrarne dall’interno il denaro.
Gli agenti, già dalle prime indagini avviate dopo un assalto avvenuto presso la
postazione ATM di un istituto bancario marsalese nel luglio del 2019, avevano
compreso di essere difronte ad uno o più gruppi specializzati nell’esecuzione di tali
particolari colpi.
In effetti le successive investigazioni, effettuate attraverso attività tecniche e supportate
anche dagli esiti di accertamenti biologico-forensi su alcuni oggetti rinvenuti e
sequestrati durante uno degli episodi, hanno permesso di addebitare ai componenti delle
tre bande ben n. 5 episodi criminosi.
In particolare, la prima incursione, risalente al 10 luglio del 2019, si era verificata a
Marsala ai danni di uno sportello della Banca Intesa, la seconda nella località Xitta di
Trapani il 31 agosto, con vittima una filiale del gruppo bancario Credito Valtellinese, la
terza e la quarta, avvenute sempre nel comune lilibetano il 3 ottobre ed il 10 novembre
dello stesso anno, ai danni, rispettivamente della Banca di Credito Cooperativo Toniolo
e di una filiale di Poste Italiane. Il quinto assalto, avvenuto il 19 febbraio 2020 e solo
tentato, aveva infine visto protagonista lo sportello ATM del Credito Siciliano di
Trecastagni (CT).
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Marsala, hanno
progressivamente accertato la presenza di una “struttura Catanese”, composta da
elementi di provata abilità, che, con procedure di approccio di tipo militare, mettevano a
disposizione la propria expertise nell’esecuzione materiale dell’assalto e di due distinti
gruppi, l’uno formato da pregiudicati marsalesi e l’altro da trapanesi, che fornivano
assistenza logistica e supporto operativo.
Le accuse ipotizzate vanno dall’associazione a delinquere, al furto aggravato sia delle
postazioni ATM sia dei mezzi propedeutici ai colpi come autovetture, furgoni ed
escavatori. Per alcuni indagati anche la simulazione di reato per aver falsamente
attestato la sottrazione di propri veicoli poi utilizzati negli assalti, nonché il
danneggiamento di alcune vetture durante lo sradicamento delle postazioni bancomat.
Nel corso dell’attività sono stati sequestrati una bombola contenente ossigeno, destinata
ad bloccare l’attivazione del meccanismo di macchiatura delle banconote ed un
disturbatore di frequenze c.d. “Jammer” – che dà il nome dell’operazione – utilizzato
per inibire il funzionamento di cellulari e dispositivi G.P.S. durante i colpi.
L’ammontare globale delle somme asportate ammonta ad oltre 225 mila euro, di cui 74
mila circa sono stati recuperati durante le indagini e restituiti all’istituto di credito
vittima dell’assalto.
Impegnati nell’operazione i Reparti Prevenzione Crimine di Siderno, Vibo Valentia,
Palermo e Catania, una unità cinofila della Questura di Catania e ed un elicottero del
Reparto Volo di Palermo.