Per approcciare il primo grosso inghippo della nuova Amministrazione Comunale, dobbiamo fare due premesse che sono fondamentali: la comunicazione serve e il lavoro va pagato.
Esiste qualcuno che può negarlo? Crediamo di no.
Ora accade a Marsala che il nuovo Sindaco – Massimo Grillo – decide di dotarsi di un Portavoce. La scelta ricade su Renato Polizzi. Renato Polizzi è uno che a Marsala si conosce: è tra gli animatori della testata Marsala C’è e ItacaNotizie.
Dunque Massimo Grillo decide di farsi il portavoce e fin qui tutto bene. Il problema, però, sorge nel momento in cui si viene ad apprendere che questo benedetto portavoce costa. Eccome, se costa: 30.000,00 euro – per un solo anno di attività – da prelevare dalle casse del Comune. Cifra veramente notevole, tale da far arricciare il naso, specie se impegnata in un momento di spaventosa difficoltà economica, come quello che stiamo vivendo.
La domanda, dunque, sorge spontanea: ma c’è bisogno – proprio adesso – di un portavoce? E c’è bisogno che questo portavoce gravi così tanto sulle già disastrate casse comunali?
La risposta è: “dipende”.
Innanzi tutto, dipende dal fatto che il Comune di Marsala è dotato di un robustissimo Ufficio Stampa, formato da due giornalisti di lungo corso (Nino Guercio e Alessandro Tarantino) i cui costi di gestione si aggirano attorno ai 120.000 euro annui. Si tratta, in buona sostanza, di denaro pubblico impiegato per la comunicazione istituzionale del Comune, che non può limitarsi alla mera compilazione di comunicati stampa, ma deve occuparsi anche – lato sensu – dell’Immagine che il Comune trasmette al Pubblico. Un’interfaccia, insomma, tra la Pubblica Amministrazione Comunale e l’esterno, che trascende i ruoli dell’Ufficio Relazioni col Pubblico.
A questo punto, viene in rilievo la funzione che deve svolgere il Portavoce.
Sì, perché: se il ruolo del Portavoce consiste nell’essere – per l’appunto – l’interfaccia tra l’Amministrazione Comunale (e il Sindaco è Amministrazione Comunale) e il pubblico, allora assistiamo ad una sovrapposizioni di ruoli tra questo e l’Ufficio Stampa: in altre parole, paghiamo due volte per lo stesso lavoro. In tal caso, il ruolo del Portavoce consiste in un inutile sperpero di denaro pubblico. E la cosa – in tutta onestà – non ci sta affatto bene.
Se invece il Sindaco Grillo ha ritenuto opportuno dotarsi di un Portavoce perché ha riscontrato delle carenze comunicative, da ascriversi – giocoforza – all’Ufficio Stampa del Comune di Marsala, allora le cose stanno diversamente: con ogni evidenza, l’Ufficio Stampa è disfunzionale (per inciso, noi non lo crediamo) e allora è precisa responsabilità del Sindaco smantellarlo, trovare le soluzioni giuridiche per applicare le risorse che ci lavorano in altri uffici e risparmiare – così – 120.000 Euro annui. A quel punto, impiegare 30.000 Euro per un Portavoce ritenuto più bravo non solo è scelta legittima, ma economicamente eccezionale. Comporterebbe, infatti, un risparmio di 90.000 euro in ragione d’anno.
Oppure la questione sta in altri termini. Leggiamo dalla determina Sindacale n. 61 del 31.12.2020 che il Portavoce “…mantiene, anche attraverso i network, i rapporti coi cittadini, i gruppi e le associazioni in merito allo sviluppo di questioni sottoposte al Sindaco … monitora l’opinione pubblica anche attraverso l’utilizzo dei social network…”
In buona sostanza, più che un “Portavoce“, la figura professionale tratteggiata dalla Determina è quella di un “Social Media Manager” che si occupa del monitoraggio – e delle conseguenti azioni da intraprendere in punto di “propaganda” – di quel che pensa la gente.
E allora il punto è: ma quella che rivestirà Renato Polizzi è una figura atta a soddisfare le esigenze comunicative del “Sindaco” inteso come “istituzione” o del “Sindaco” inteso come “persona fisica”, cioè Massimo Grillo?
Detto in termini più terra-terra: di quale pagina Facebook, Twitter e Instagram avrà le credenziali d’accesso Renato Polizzi? Quella della Città di Marsala-Pagina Istituzionale o quella di Massimo Grillo?
Alla prima ci pensa l’Ufficio Stampa, e siccome è una pagina pubblica di un ente pubblico, è giusto che i soldi impiegati per mandarla avanti siano pubblici. La seconda, invece, è di un privato cittadino che adesso riveste una qualifica pubblica; ma siccome i compiti indicati nell’impegno di spesa sembrano attinenti più alla cura del Sindaco-persona fisica che al Sindaco-istituzione, non si capisce perché i soldi da impiegare debbano essere pubblici.
Se il Sindaco ritiene – ed è giusto che lo faccia – di dotarsi di una figura professionale dedicata alla promozione della sua persona, nessun problema. Ma, almeno, che lo paghi lui personalmente.