In questo momento che tutto sembra nero, un segnale di vitalità e di speranza,
le opere sono nate in una lunghissima quarantena solitaria dell’artista viennese sull’isola di Favignana,
dice il direttore del museo diocesano di Trapani
Il nero come trasparenza di colori pieni e di luce: una ricerca vissuta nell’isola di Favignana, soprattutto durante il lockdown, dà vita ad una nuova personale di Reinhard Zich, artista che al grande rigore formale unisce una forte cifra emozionale con un linguaggio che mira sempre al di là del visivo.
La mostra sarà inaugurata il prossimo 25 ottobre, alle ore 19.00, presso le Sale del Museo San Rocco di Trapani, a cura di Günther Oberhollenzer – curatore capo del Museum Niederösterreichische Landesgalerie (Galleria Regionale della Bassa-Austria) a Krems, Austria ( ingresso contingentato in base alle norme sanitarie vigenti).
All’anteprima (ore 17.30, su invito) saranno presenti la Console onoraria d’Austria a Palermo Helga Rauscher Omodei; il vescovo di Trapani Pietro Maria Fragnelli, Joachim Lother Gartner, già presidente del Kuenstlerhaus di Vienna e attuale presidente della società Bildrecht di Vienna e il direttore dell’Ufficio dei Beni Culturali della Conferenza Episcopale Italiana don Valerio Pennasso.
Gli spazi del Museo ospiteranno le opere che Zich ha realizzato dal 2019 al 2020 fra Trapani e Favignana, molte durante il lockdown, tutte legate a una ricerca che si focalizza su esperienze personali vissute durante l’infanzia. Come afferma l’artista : “Il nero è comunque un colore che caratterizza tanti momenti della nostra vita: lo vediamo nei riti funebri, ma anche nella notte che puntualmente scende ogni giorno… Quando chiudiamo gli occhi tutto ci sembra nero…. Eppure! Chiudendo gli occhi un bel giorno mi sono accorto che in quel nero apparente c’è anche la luce, una specie di trasparenza di colori. Questo fenomeno ha fatto nascere la mia curiosità”.
Il percorso artistico di Reinhard Zich è sicuramente molto variegato e ricco di contaminazioni. Tutto ha inizio nel 2005, a Berlino, quando il suo interesse per l’arte lo porta ad analizzare le figure di Klimt e Schiele. Successivamente, nel 2011, si sposta a Istanbul dove apre un grande atelier e da questo momento inizia a interessarsi alla forma, al colore e alla superficie. Nel 2016 s’inaugura la sua prima personale “Between the Lines” presso l’Istituto di cultura Austriaco di Istanbul e sempre nello stesso anno la mostra viene presentata a Vienna. Nel 2017 s’innamora della Sicilia e inizia la sua permanenza nell’isola di Favignana, da qui inizia la preparazione del progetto “Linear Outbrake”. Nel 2019 ritorna a Vienna per un “Open Atelier” e successivamente rientra in Sicilia dove inizia il suo nuovo progetto “Nero non è”.
L’elemento stilistico che oggi contraddistingue il lavoro dell’artista è ben descritto dal curatore della mostra Oberhollenzer, il quale introduce il lavoro di Reinhard Zichcitando la corrente del Movimento Neo Geo ma allo stesso tempo sottolineando come tutto il suo lavoro non necessita di rigide categorizzazioni:
“Il lato formale della sua pittura (linea, superficie, contrasto, colore, consistenza) nei suoi quadri sembra avere la stessa espressività drammatica ed emozionale del condotto gestuale dell’espressione pittorica. Le opere hanno un certo rigore nella composizione formale senza dare però l’impressione di una costruzione fredda. Con gli accesi colori primari blu e rosso, smeraldo e arancione, ma anche oro, nero e bianco l’artista sperimenta il potenziale emozionale di colore e luce e lo traduce in un poetico linguaggio pittorico – un linguaggio che mira sempre al di là del visivo e dà una forma pittorica astratta alle tematiche esistenziali come la vita e la morte, l’atemporalità e l’eternità”.
A proposito dell’approdo della mostra al Museo San Rocco di Trapani dice il direttore Liborio Palmeri:“ Mi è piaciuta subito l’idea di Reinhard di lavorare con il nero come trasparenza di colori pieni di vita. Il titolo “Nero non è”, proprio in questo momento che tutto sembra nero, vuole dare un segnale di vitalità e di speranza, ancora più apprezzabile se pensiamo che queste opere sono nate in una lunghissima quarantena solitaria dell’artista”.