Terremoto nella sanità siciliana con l’inchiesta della procura di Trapani. Dati sulla pandemia sarebbero stati falsificati per evitare la zona rossa in Sicilia, per evitare, che l’Isola potesse ripiombare in un nuovo lockdown. I dati dei contagiati e dei morti per covid, almeno negli ultimi 5 mesi, sarebbero stati alterati, “spalmati”, falsificati su diversi giorni.
L’inchiesta è scattata lo scorso anno ad Alcamo quando i Carabinieri del Comando Provinciale del Nas scoprirono laboratori di analisi che avrebbero rilasciato esiti sbagliati sui tamponi. Da qui sono partite le intercettazioni in assessorato: telefonate e messaggi. Oggi l’assessore Razza, a seguito delle indagini, è travolto dalla bufera, è iscritto nel registro degli indagati, in una intercettazione aveva detto: “Spalmiamo un poco i morti”.
Scattati tre arresti. Ai domiciliari Maria Letizia Di Liberti dirigente generale del Dipartimento regionale per le attività sanitarie dell’osservatorio epidemiologico (Dasoe) dell’Assessorato alla Salute, il nipote Salvatore Cusimano funzionario regionale ed Emilio Madonia, dipendente di un’azienda che amministra il sistema informatico dell’assessorato. “Un disegno politico scellerato a cui sembra estraneo il presidente della Regione Musumeci” ha scritto il gip che “pare tratto in inganno dalle false informazioni che gli vengono riferirete”.
L’inchiesta trapanese rischia di innescarne altre. Gli atti sono stati trasmessi ad altre procure.
Intanto in una nota l’assessore Razza ha chiesto a Musumeci di accettare le proprie dimissioni. “Per sottrarre il governo da inevitabili polemiche ho chiesto al presidente Musumeci di accettare le mie dimissioni”. L’assessore regionale alla salute ha spiegato che “nel corso nel tempo della pandemia le istituzioni devono essere al riparo da ogni sospetto”. Lo afferma in una nota.
«Nel confermare il massimo rispetto per la magistratura, desidero ribadire che in Sicilia l’epidemia è sempre stata monitorata con cura, come evidenzia ogni elemento oggettivo, a partire dalla occupazione ospedaliera e dalla tempestività di decisioni che, nella nostra Regione, sono sempre state anticipatorie – sottolinea Razza -. Non avevamo bisogno di nascondere contagiati o di abbassare l’impatto epidemiologico, perché proprio noi abbiamo spesso anticipato le decisioni di Roma e adottato provvedimenti più severi».
Musumeci si è detto fiducioso nella magistratura. Ha accettato le dimissioni dell’assessore Razza poche ore dopo l’avviso di garanzia che gli è stato notificato dalla Procura di Trapani. Mercoledì Musumeci relazionerà all’Assemblea regionale siciliana sulla vicenda. Il presidente terrà l’interim dell’Assessorato alla Sanità. Dure le critiche delle opposizioni.
“Ho letto le agenzie, inutile dire che in questi casi si resta sorpresi. Leggo dichiarazioni di diversi esponenti politici… fare dichiarazioni oggi è fin troppo facile. Questa è la terra dei giustizialisti, dove un avviso di garanzia diventa una sentenza di Cassazione ed è una vergogna. Quindi calma. So che questa terra di Sicilia dà fastidio quando non alimenta le cronache giudiziarie e noi in questi anni le abbiamo tenute a distanza. Ci auguriamo di poterlo fare anche in questa occasione” – così Musumeci intervenendo a Omnibus commenta l’inchiesta. “Noi le zone rosse le abbiamo anticipate, non nascoste: è storia. Ma bisogna avere rispetto per la magistratura”.
Il segretario siciliano della Lega sottolinea il suo rispetto per Razza auspicando che chiarirà prestissimo.
Il Comune di Palermo è pronto a costituirsi parte Civile mentre il Codacons denuncia la Regione per concorso in epidemia colposa.