Straordinario successo la mostra degli arazzi “Exempla moralia”

Straordinario successo la mostra degli arazzi “Exempla moralia”

L’arte del ricamo siciliano a Villa Zito. La Presidente della Fondazione Sicilia Maria Concetta Di Natale ha inaugurato l’esposizione curata da Maurizio Vitella

Fra gli sponsor l’Associazione Strada del Vino Marsala Terre d’Occidente

Un’arte antichissima che attraversa il tempo e lo spazio con la grazia della bellezza e la forza della passione: è il ricamo, luogo e regno della precisione, nato molto probabilmente in Oriente e quindi giunto in Occidente. In Italia la “strada del filo” è aperta dal dominio dei Saraceni, se è vero che la stessa parola deriva dal lemma arabo raqm che vuol dire disegno. Ma è la Sicilia, intorno all’anno Mille, a rappresentare uno dei centri irradiatori di quest’arte che rappresenta un’eccellenza già nel XII secolo, durante il Regno dei Normanni, per poi proseguire la sua storia preziosa e gloriosa nel corso dei secoli successivi. Ed è dedicata agli “Arazzi” siciliani ricamati del XVII secolo la mostra “Exempla moralia” curata da Maurizio Vitella e inaugurata a Villa Zito a Palermo, mercoledì 18 dicembre (aperta fino al 23 febbraio 2025).

Maria Concetta Di Natale: “La mostra è un punto di partenza perché il ricamo siciliano potrebbe essere rilanciato proprio a partire da questa esposizione. Sete, oro, argento, colori, una ricchezza di sole e luce, una policromia incredibile: queste sono le arti decorative siciliane” 

Con una precisazione: “Il termine “arazzi” individua un manufatto realizzato con il telaio. Nella mostra – spiega il curatore Maurizio Vitella – abbiamo mantenuto questo nome perché la dimensione delle opere esposte richiama appunto quella degli arazzi. Si tratta però di parati murari realizzati ad ago, di enorme pregio. Si pensi che, per completarne uno intero, occorreva in media un anno”. “A Villa Zito, apre una mostra particolarmente interessante, che si lega al nostro patrimonio artistico e alla nostra storia. Non è come tutte le altre – ha esordito la Presidente della Fondazione Sicilia Maria Concetta Di Natale – perché tocca argomenti che non si trattano con facilità, a cui ho dedicato tutta la mia vita: le arti decorative, che in Sicilia hanno un ruolo predominante. – ha proseguito la Presidente – Ma io sono qui questa sera, non solo in veste di studiosa quanto anche di Presidente della Fondazione Sicilia, un Ente che ha potenzialità incredibili e ha consentito la realizzazione di una mostra che sia il curatore sia io avevamo sognato per molti anni. Abbiamo unito le nostre forze per un’esposizione complessa e variamente articolata. Il Prof. Maurizio Vitella è uno dei massimi esperti di questo settore. – ha proseguito Maria Concetta Di Natale – La nostra intenzione è anche quella di portare i Palermitani all’interno di Villa Zito.

Oggi si apre la Pinacoteca che occupa tutto il primo piano e che è stata riallestita, risistemata, ed è pronta per essere visitata. Il termine “arazzi” – ha aggiunto – non è forse del tutto appropriato, ma a me piace usarlo per questi paramenti ricamati che rappresentano storie mitologiche, personaggi diversi ma, soprattutto, fiori. Sete, oro, argento, colori, una ricchezza di sole e luce, una policromia incredibile: queste sono le arti decorative siciliane. Siamo pronti per accogliere i Palermitani, i turisti e, specialmente, i giovani.

Maurizio Vitella: “Abbiamo mantenuto il nome arazzi perché la dimensione delle opere esposte richiama appunto quella degli arazzi. Si tratta però di parati murari realizzati ad ago, di enorme pregio. Si pensi che, per completarne uno intero, occorreva in media un anno” 

A gennaio e febbraio ricominceremo con le scuole – ha spiegato la Presidente della Fondazione Sicilia – ma a questo si aggiunge un sogno nel cassetto: diffondere, anche con il supporto dell’Università e dell’Amministrazione comunale, la storia del gioiello e della tradizione orafa siciliana attraverso scuole e corsi che continuino a tramandare le tecniche del nostro artigianato artistico. La mostra di oggi è dunque un punto di partenza – ha precisato Maria Concetta Di Natale – perché il ricamo siciliano potrebbe essere rilanciato proprio a partire da questa esposizione. Alla fine del percorso abbiamo voluto inserire anche parati realizzati forse da donne, in ogni caso da fanciulle, perché nel Collegio di Maria di Monreale c’erano delle educande che ricamavano seguendo gli insegnamenti delle suore. La mostra che inauguriamo oggi ha coinvolto tutti in modo corale e devo dire grazie all’Avv. Raffaele Bonsignore perché mi ha fatto trovare qui, alla Fondazione Sicilia, una squadra eccezionale, un gruppo di lavoro straordinario che rappresenta il vero protagonista di questa esposizione”.

La Presidente della Fondazione ha ringraziato quindi i collaboratori, i membri del Consiglio superiore e del Consiglio di Amministrazione, il Comitato scientifico, i Vescovi di Monreale e Palermo, il Sindaco, tutte le Autorità e i prestatori delle opere. Un sentito grazie è stato rivolto anche all’Associazione Strada del Vino Marsala Terre d’ Occidente presieduta dal Notaio Salvatore Lombardo, che ha curato l’allestimento del brindisi finale della cerimonia di inaugurazione. “Sono io a ringraziare voi – ha esordito l’Assessore ai Beni culturali e all’identità siciliana Francesco Paolo Scarpinato – per queste iniziative della Fondazione Sicilia di straordinaria qualità che evidenziano un grande lavoro quotidiano cui va il mio plauso. I princìpi sono quelli che ogni giorno portiamo in Regione: – ha proseguito l’Assessore – la tutela, valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale della Sicilia”.

Francesco Paolo Scarpinato ha quindi sottolineato l’importanza di promuovere l’identità siciliana. La politica può e deve favorire il cambiamento nel nostro territorio, ha affermato, mettendosi a disposizione di chi ne diffonde la bellezza.

Il Prof. Maurizio Vitella, curatore della mostra, ha quindi descritto i due “arazzi” punta di diamante dell’esposizione, riproposti al pubblico dopo 60 anni dalla dismissione da Palazzo Mazzarino, sottolineandone il valore: si tratta di cortinaggi ricamati, – è stato spiegato – superbi prodotti dell’arte serica siciliana, dalle ampie dimensioni, caratterizzati da simbolici motivi decorativi ed elementi figurati che rappresentano episodi mitologici, tratti dalle Metamorfosi di Ovidio.

Ogni cortina è composta da sette elementi con il medesimo ornato – ha aggiunto il Prof. Vitella –. Ma la sfida è stata anche quella di rovesciare il cliché di “arte minore” associato ad un’altissima forma artistica, secondo il metodo di studio sostenuto dalla Prof.ssa Maria Concetta Di Natale, basato su una ricerca documentale d’archivio e su un’attenta lettura iconografica al pari del lavoro di analisi relativo ad una qualsiasi altra opera d’arte.

In Sicilia – ha spiegato il Prof. Vitella – avveniva quanto accadeva in diversi luoghi d’Italia, ad esempio a Palazzo Farnese a Roma e in circoli culturali in cui la letteratura latina occupava spesso spazi di intrattenimento e un patrimonio da riprodurre qui, nello specifico, con la tecnica ad ago e il ricamo: un unicum nel panorama italiano. Ma il Prof. Vitella ha anche descritto le caratteristiche della committente dei due arazzi, Giovanna Flavia Branciforti e Lanza, vedova di Giovanni Branciforti e Barresi, alla quale si deve nel 1627 la stipula del contratto, registrato agli atti del notaio Nunzio Panitteri, con l’ideatore dei moduli d’ornato e delle iconografie, il pittore-architetto Gerardo Astorino. A riemergere dall’oblìo è stato inoltre il nome del ricamatore Andrea Bolognese. La Sicilia come recettore di culture plurali e cuore del Mediterraneo: questa, ha concluso il Prof. Vitella, è la più profonda identità di una terra protagonista della storia e del suo straordinario patrimonio artistico.

“L’Associazione Strada del Vino Marsala Terre d’Occidente – ha sottolineato il Presidente Notaio Salvatore Lombardo presente all’inaugurazione della Mostra insieme alla Responsabile Comunicazione, Direttrice del Vomere e membro del Consiglio superiore della Fondazione Sicilia, Rosa Rubino – è da sempre vicina a chi promuove la tutela e la valorizzazione dei Beni culturali che rappresentano la base e l’alimento della memoria della nostra comunità e del suo territorio. Ma la protezione del patrimonio artistico non può essere disgiunta dalla sua fruizione pubblica e oggi, con la nostra presenza, abbiamo voluto dare il nostro contributo per un brindisi che dedichiamo alla Sicilia e alla sua impareggiabile bellezza”.

Federica Sbrana 

(fotografie di Mike Palazzotto)