“Quanto sta accadendo attorno alla sanità siciliana, specialmente attorno al Governo siciliano è ridicolo oltre che fuori luogo. Con i mezzi a disposizione, nonostante le imposizioni da Roma sui tagli dei posti letto, dei punti nascita, dei pronto soccorso, degli ospedali e dei trasferimenti alla Sicilia, sta svolgendo uno straordinario lavoro. Adesso, come ciliegina sulla torta, ci mancava solo la polemica che corre sulla chat di WhatsApp. Le critiche dai banchi della maggioranza giallorossa in Parlamento sono sterili e prive di fondamento. Condivido nel merito quanto fatto dal Governo Musumeci, ovvero mantenere un certo rigore nel monitoraggio delle disponibilità, evitando di far sprofondare la Sicilia in zona rossa. Il contrario avrebbe comportato conseguenze disastrose per la Regione”. Così afferma il deputato di Forza Italia al Parlamento Europeo, on. Giuseppe Milazzo.
“A parlare a sproposito poi sono sempre gli stessi – conclude l’Eurodeputato del PPE – ovvero chi ha prodotto solo macerie che adesso in Sicilia si sta provando, con fatica, a ricostruire. Sono gli stessi che dicevano che la mascherina non serviva a tutelarsi dal Covid; gli stessi per i quali non occorreva fare troppi tamponi; che hanno promosso il bonus vacanza ma contestualmente facevano sbarcare centinaia di migliaia di migranti; gli stessi che mentre la Sicilia era quasi Covid free, hanno permesso, durante la prima ondata epidemiologica, l’accesso a persone provenienti dalle zone più colpite; che hanno inventato il flop dei banchi a rotelle. Potrei continuare per ore. È chiaro che adesso, piuttosto che fare come gli struzzi e nascondere la testa sotto la sabbia per i continui strafalcioni, giocano al rilancio per sminuire i notevoli sforzi fatti dal Governo Musumeci, il quale dovrebbe essere solo elogiato per aver ricostruito dopo la voragine sanitaria ereditata. Per senso di responsabilità e visione prospettica, il Governo Siciliano deve spedire al mittente questi atti di sciacallaggio, degni della peggiore politica dell’improvvisazione. Consigliere a costoro di mandare sì gli ispettori, ma nelle Regioni governate da loro”.
Dario Cataldo