Riceviamo e pubblichiamo dall’Agci Pesca Sicilia
Hanno assicurato la loro partecipazione rappresentanti delle Istituzioni e Organizzazioni della pesca di Paesi mediterranei della UE. Una politica dissennata indica la pesca come principale se non unica colpevole dello stato di sofferenza degli stock ittici del Mediterraneo, dimenticando le varie forme di inquinamento, le attività di trivellazione petrolifera, l’intenso traffico navale marittimo, la cementificazione delle coste e le conseguenze dei cambiamenti climatici, e non considerando che i pescatori sono i primi cittadini ad essere attenti allo stato di salute del mare. La Commissione Europea impone già da anni la progressiva riduzione dell’attività in mare ai nostri pescherecci a strascico, il comparto che alimenta per la quasi totalità i mercati ittici italiani, e per i prossimi anni oltre a rendere i pescatori sorvegliati speciali con telecamere a circuito chiuso a bordo, intende continuare su questa strada andando ben oltre il limite di redditività delle imprese che non potranno che chiudere e sbarcare gli equipaggi.
PER SALVARE LA PESCA ITALIANA, L’ECONOMIA DI MIGLIAIA DI IMPRESE, SALVAGUARDARE IL LAVORO DEI PESCATORI IMBARCATI, DIFENDERE LA CULTURA E LA TRADIZIONE SECOLARE DEL SETTORE, TENERE APERTI I NOSTRI MERCATI E CONTINUARE AD AVERE PESCE FRESCO ITALIANO SULLE NOSTRE TAVOLE. LA PESCA ITALIANA SCENDE IN PIAZZA E CHIAMA I CITTADINI, LE ISTITUZIONI E LE FORZE POLITICHE A SOSTENERE LE RAGIONI DI QUANTI OPERANO PER UNA PESCA SOSTENIBILE E LOTTANO CONTRO QUALSIASI FORMA DI DEGRADO DELL’AMBIENTE MARINO.