Salutiamo con grande soddisfazione l’arresto, o forse la consegna, di Matteo Messina Denaro dopo 30 anni di latitanza, caratterizzata da molti lati oscuri. Ringraziamo i tantissimi lavoratori della sicurezza e i magistrati per lo sforzo profuso per la sua cattura, avvenuta però nel momento più basso di impegno istituzionale contro i poteri criminali e mafiosi. La cattura/consegna dentro una casa di cura, tuttavia, ci fa già presagire le attese sul regime carcerario che si aspetta Messina Denaro e che forse gli sarà concesso.
Esigiamo, a maggior ragione in questa occasione, che si faccia piena luce su quanto accaduto nell’ultimo mezzo secolo sugli intrecci tra la mafia e le stragi oltre che sui depistaggi che hanno intorbidito la nostra storia recente, nonché sugli assassini mafiosi e su quelli, numerosi, compiuti in Sicilia per conto di mandanti esterni.
Negli ultimi anni stanno emergendo brandelli di verità, ora c’è la possibilità di disvelare quel patto scellerato tra sistema politico colluso, imprenditoria predatoria, borghesia mafiosa e apparati dello Stato deviati che hanno facilitato sia la latitanza di famigerati criminali, tra cui Provenzano e appunto lo stesso Messina Denaro, sia il mantenimento dello status quo per gestire il potere politico ed economico in Sicilia e non solo.
Infine, ci chiediamo se la cattura di Messina Denaro non significhi soltanto il passaggio di testimone tra il vecchio potere (malato e in decadenza) e i nuovi capi emergenti, con la reiterazione di un inconfessabile modus vivendi tra importanti ambienti dello stato e Mafia.
La strategia mafiosa, infatti, ha rimodulato il proprio potere controllando il territorio tramite la pervasività economica e finanziaria, facendo affari con i rifiuti, il traffico di armi, le risorse energetiche e gli appalti sulle grandi opere.
Di certo oggi si chiude una pagina triste e buia della Storia siciliana ed italiana, ci auguriamo che questo porti anche ad una svolta culturale, politica e sociale perché la mafia si può sconfiggere solo attuando concretamente i diritti costituzionali: da quello al lavoro alla formazione, dalla sanità pubblica, all’abitare, ai servizi, al reddito, garantendo la dignità del sud e della Sicilia vilipesa dalle autonomie differenziate e dall’emigrazione forzata di migliaia di giovani.
Davide Licari, Segretario provinciale di Trapani
Nicola Candido, Segretario regionale della Sicilia
Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea