Il cammino dell’editoria italiana coincide con la storia e la geografia della nazione e delle sue molteplici realtà locali. Libri e giornali sono stati, da sempre, la voce e il riflesso delle diverse comunità che hanno animato la penisola, dalle Alpi al Lilibeo, da Ventimiglia a Santa Maria di Leuca.
E più del 50% di quello che viene pubblicato ogni anno in Italia è prodotto dai piccoli e medi editori, alfieri coraggiosi e indomabili della “biodiversità culturale” di un paese straordinariamente ricco di bellezza e di passato, pronti ad affrontare le sfide della modernità per preservare l’anima più profonda dei luoghi.
La storia editoriale italiana è antica e gloriosa. Dal fulgore e dai fasti della Venezia del XV secolo, che vide al lavoro Aldo Manuzio, fino a oggi, l’editoria ha attraversato il tempo sospinta e alimentata da un identico spirito e da una stessa missione: il desiderio di preservare il patrimonio culturale degli uomini e delle comunità, di diffondere la conoscenza e di accrescerla, ma soprattutto di condividerla. L’editoria è, quindi, lo strumento e il motore principale del cambiamento, del progresso e dell’evoluzione individuale e sociale. La comparsa di ogni nuovo libro equivale sempre, con ogni evidenza, a un affiorare e a un emergere del sapere, a un dare e a un venire alla luce. Ogni nuovo libro è, dunque, una nascita. Lo dice l’etimologia e lo conferma la storia: ‘èdere’ allude a ‘ex-dare’ e, dunque, ‘far uscire’, ‘rendere pubblico’, ‘far conoscere’, ‘diffondere’.
E’ questo anche l’obiettivo della Casa Editrice ‘Il Vomere’ diretta da Alfredo Rubino e vincitrice del ‘Premio MicroEditoria di qualità 2021’ per i libri “Gerico. La rivoluzione della Preistoria” (che ha ricevuto una menzione speciale) e “I genî di Mozia” di Lorenzo Nigro, romanzo dedicato alla bellezza, alla magia, all’incanto ma anche alla storia dell’isola posta nello Stagnone di Marsala a 800 metri di distanza dalla punta occidentale della Sicilia.
“Ringraziamo MicroEditoria, il Circolo dei Lettori, i giornalisti Loredana Lipperini, Giorgio Dell’Arti e Marino Sinibaldi. – ha affermato Alfredo Rubino – Un grazie speciale a Lorenzo Nigro. Questo premio è un riconoscimento prezioso che ci esorta a proseguire con lo stesso entusiasmo nel cammino intrapreso dal nostro fondatore”.
La Casa Editrice ‘Il Vomere’ è nata negli anni Settanta del secolo scorso a Marsala. Il giornale omonimo, il periodico più antico della Sicilia e uno dei più antichi d’Italia, diretto oggi da Rosa Rubino, era stato fondato da Vito Rubino molto tempo prima, il 12 luglio 1896. Lontano dai principali centri nazionali della produzione libraria (il triangolo Milano-Torino-Firenze), ‘Il Vomere Editore’, come aveva fatto il giornale sul finire del secolo precedente, è riuscito immediatamente a intuire l’anima della comunità e a farsi interprete delle sue esigenze più profonde. Innanzitutto quella di conoscere, consolidare e difendere la propria identità storica, culturale ed economica. Lo dimostrano i primi titoli “Marsala antica”, “Marsala industriosa”, “Marsala non solo vino”, ma anche i più recenti: il saggio sulla poetessa marsalese Rosaria Giaconia, curato da Francesca La Grutta, ‘Tris d’assi dello sport marsalese’ di Michele Pizzo. Quindi è stata la volta dell’incontro con Lorenzo Nigro, Professore di Archeologia e Storia dell’Arte del Vicino Oriente Antico e di Archeologia Fenicio-Punica all’Università La Sapienza di Roma, che ha dedicato molti anni della sua attività alla Sicilia occidentale e a Mozia, dove dirige la missione archeologica dell’Università ‘La Sapienza’, attiva da oltre cinquant’anni. Di Lorenzo Nigro, la Casa editrice “Il Vomere ha pubblicato prima “Gerico. La rivoluzione della preistoria” vincitore anche del Premio “Silvia Dell’Orso 2019”, quindi “I genî di Mozia”, che si è aggiudicato insieme al primo, proprio nei giorni scorsi, il Premio nazionale “MicroEditoria di qualità 2021”.
La filosofia della Casa editrice diretta da Alfredo Rubino è quella della ‘prossimità’: la vicinanza, anzi il contatto con le aspirazioni e le attese di chi non soltanto vive nello stesso territorio, ma lo ama, vuole difenderlo e vederlo crescere. Alla base c’è la fiducia profonda nel potere di trasformazione e di emancipazione di una forza immateriale ma invincibile: la parola. Una parola che sa trasformarsi in azione senza perdere mai la sua spinta idealistica, mettendosi al ‘servizio della comunità’. C’è dunque uno spirito militante ad animare l’attività editoriale del ‘Vomere’, lo stesso che aveva guidato (e che guida) la storia dell’omonimo giornale dal finire del XIX secolo a oggi, portandolo ad attraversare il tempo e ad affrontarne e vincerne le sfide, sempre al fianco dei propri lettori. Un ‘unicum’ nel panorama editoriale italiano. Al timone, del giornale e della Casa Editrice, fin dalla fondazione, la famiglia Rubino, nello scorrere delle sue generazioni (oggi la 3^ e la 4^), garante della solidità e dell’inalienabilità di un codice etico non negoziabile. Senso di appartenenza, identità, fede in un progresso mai disgiunto dallo spirito della tradizione, solidarietà, rispetto e difesa del patrimonio artistico e ambientale, cultura della legalità, indipendenza e libertà di espressione, attenzione alla qualità: questi i valori fondanti che hanno ispirato e alimentato, sin dal primo giorno, l’attività del giornale e della Casa Editrice e che continuano a connotarne la storia ponendola, ancora e sempre, di fronte alle sfide del futuro.
Federica Sbrana