“Sospendere l’iter del parco eolico al largo delle Egadi: gli svantaggi sono certi e i vantaggi tutti da
valutare per la Sicilia. Non sono contraria alle rinnovabili ma bisogna vederci chiaro”, lo afferma la
deputata regionale di Attiva Sicilia, Valentina Palmeri. Per realizzare il parco eolico la richiesta
della Renexia spa è di una concessione demaniale marittima trentennale di uno specchio acqueo
finalizzata all’installazione ed esercizio di un parco eolico off-shore e delle relative opere elettriche
di connessione, della superficie complessiva di 18.505.195,00 mq. Il Parco eolico è stato ipotizzato
per la maggior parte come ricadente nelle acque della Piattaforma continentale italiana, entro le
200 miglia dalla costa ed in minima parte nelle acque territoriali italiane del Canale di Sicilia, in una
posizione ad ovest delle isole Egadi. La produzione verrebbe convogliata via cavo HVDC fino a largo
del Comune di Termini per poi collegarsi alla terraferma all’altezza della Campania. “Il progetto
sembrerebbe aver suscitato – dice Palmeri – le prime contestazioni in quanto certamente foriero di
impatti; non trascurabile l’impatto che avrebbe nel settore della pesca, considerato che
verrebbero sottratte delle aree pescosissime. Altre rilevanti sono quelle che minacciano la stessa
sopravvivenza della fauna marina e i flussi migratori dell’avifauna che partono dall’Africa e
arrivano in Europa attraverso il Canale di Sicilia. Al contrario non sono chiare le reali ricadute
positive per la Sicilia, anzi tale produzione si potrebbe porre in concorrenza con altre produzioni
già presenti nella regione”. “La complessità dell’impatto vuole che l’iter del progetto – continua
Palmeri – sia solamente alla fase iniziale di definizione sui contenuti che lo studio di impatto
ambientale deve compiutamente sviluppare. Solo dopo il deposito dello studio di impatto
ambientale sarebbe possibile iniziare la fase della consultazione pubblica, con le necessarie
informazioni su cui basare le proprie osservazioni o rilevare carenze nello stesso. Alla luce della
normativa vigente, l’attivazione della procedura per la concessione trentennale di oltre 18 milioni
di mq di superficie marina per un progetto non ancora validato sotto il profilo ambientale non
sembrerebbe essere una procedura corretta nel rispetto dell’interesse plurimo del bene collettivo
ivi compresa la tutela ambientale e si porrebbe in contrasto con le norme (art. 29 comma 1 del
D.lgs 152/06). Per questo ho inoltrato oggi una nota alla Capitaneria di Porto di Trapani, ai
Ministeri competenti, per invitarli a sospendere la procedura e conseguentemente il rilascio della
concessione demaniale richiesta, palesemente prematura rispetto alle valutazioni cui dovrà essere
sottoposto il progetto, non solo di carattere ambientale ma anche per la sicurezza della
navigazione e le ricadute economiche sulla pesca. Ho depositato anche una mozione all’Ars nella
quale chiedo al governo regionale di avviare immediatamente una interlocuzione con la
Capitaneria ed i Ministeri competenti, nonché ad attivarsi al fine di garantire che il S.I.A. contenga
effettivamente la descrizione delle principali alternative ragionevoli del progetto e l’analisi delle
ricadute sui sistemi esistenti. È mia intenzione incontrare i sindaci che hanno avanzato perplessità
sull’impianto. E successivamente chiederò una audizione in commissione”.
“Nota dell’ufficio stampa regionale di Attiva Sicilia”