Oggi in Cattedrale l’ultimo abbraccio pieno d’amore per Fratel Biagio. L’addio al missionario laico speranza di Palermo

Oggi in Cattedrale l’ultimo abbraccio pieno d’amore  per Fratel Biagio. L’addio al missionario laico speranza di Palermo

L’arcivescovo Lorefice: c’era una dolcezza nel suo essere che veniva da un Altrove. Il messaggio della Cei: un’eredità da raccogliere non solo a Palermo ma in tutto il Paese

Una folla sterminata per l’ultimo saluto, l’ultimo abbraccio a Biagio Conte stamattina in Cattedrale a Palermo. In quell’ abbraccio tutto l’amore della città per quella figura semplice, con il saio e con i sandali, il missionario laico, amico degli ultimi, stroncato da un tumore. Biagio Conte è speranza di Palermo per quei sentimenti forti che suscita con la sua esistenza. Lascia un messaggio d’amore per un mondo migliore.

“Il nostro Fratel Biagio – ha detto l’arcivescovo Lorefice – ha amato la sua Palermo, si è coinvolto nelle sue sofferenze e contraddizioni come il nostro don Pino Puglisi. Ha amato ogni città meta del suo lungo pellegrinaggio, ha amato ogni città del mondo. C’era una dolcezza nel suo essere che veniva da un Altrove”.

“Vedevamo in lui – ha detto ancora l’arcivescovo – una certezza che vorremmo diventasse sempre nostra, di ogni uomo e di ogni donna di buona volontà. C’era una dolcezza nel suo essere che veniva da un Altrove, una vitalità che trovava le sue sorgenti in uno spazio inedito. Per questo fratel Biagio era vivo. Pieno di vita anche alla fine, sul letto che era diventato la sua croce”


“A nome della Chiesa in Italia, esprimo profondo cordoglio a Lei, alla grande famiglia della ‘Missione di Speranza e Carità’, alla comunità ecclesiale e alla città di Palermo per la morte del nostro fratello Biagio Conte, uomo appassionato di Cristo il cui messaggio resta una profezia per il mondo di oggi”. Queste le parole affettuose del presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi, nel messaggio inviato all’arcivescovo Lorefice in occasione delle esequie.

In Cattedrale erano presenti i genitori che si sono chinati a baciare la bara, in segno di saluto.