“Continuate a parlarci di lui”
Vista l’impossibilità di celebrare la processione del “Risorto” che da oltre 10 anni a causa delle note disposizioni governative di “zona rossa”, domani pomeriggio, ai primi vespri della “Domenica in Albis” della divina misericordia, i ceti cittadini che curano la processione dei misteri del venerdì santo si ritroveranno nella Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio per celebrare la messa pasquale presieduta dal vescovo Pietro Maria Fragnelli.
La celebrazione eucaristica ( ore 18) che si terrà a numero chiuso con la partecipazione dei capi-console dei gruppi dei misteri, le autorità locali e il Consiglio dell’Unione Maestranze, sarà preceduta (ore 17.15) dall’anteprima della presentazione del volume del vescovo “Continuate a parlarci di lui” ( Il Pozzo di Giacobbe editore). Si tratta di un’antologia ragionata di testi dedicati alla riflessione sui misteri, brani di omelie o interventi del santo santo, “vibrazioni dell’animo del pastore in dialogo con i gruppi sacri e con coloro che se ne occupano”.
Il testo che verrà presentato successivamente on-line, verrà donato dal vescovo ai presenti dopo un breve momento di riflessione con interventi del vescovo Fragnelli e del presidente dell’Unione Maestranze Giuseppe Lantillo. Introduce Lilli Genco. Letture a cura di Giancarlo Cara.
Sulla Pasqua delle maestranze a Trapani scriveva il cultore di storia locale Mario Serraino:
“… approvata nella forma in data 17 settembre 1499 ed autorizzata in data 7 novembre dello stesso anno, giusto atto del notaio Antonio Castro datato 17 marzo 1523 , la processione si svolgeva il lunedì dopo la Pasqua di Resurrezione; successivamente la manifestazione venne trasferita al martedì successivo.
Intervenivano alla processione i Padri Carmelitani, ma i veri protagonisti erano i Ceti cittadini, i quali tutti partecipavano, recando ciascuno un grosso cero, da offrire alla Madonna e sul quale erano impresse le insegne dell’Arte.
La partecipazione delle Maestranze e la loro precedenza nella processione vennero regolate dalla lettera del Vicerè Giovanni De Vega, inviata nel 1555 e depositata nell’Archivio storico comunale; l’ordine del corteo era il seguente ; ” In primis la santa Cruci, poi li schiavi, li burgisi, li navi ( naviganti ), la barca ( pescatori ), li putiara ( bottegai ), li tavirnari ( esercenti di bettole ), li siniara ( ortolani ), li firrara ( fabbroferrai ), li muratura ( murifabbri ), li mastrurascia ( falegnami ), li bottai, li calafati ( carpentieri ), li curdara ( canapai ), li spatari ( fabbricatori e venditori di spade ), li cubbaitari ( dolcieri ), li carnizzeri ( macellai ), li custoreri ( sarti ), li curallai ( corallai ), li arginteri ( orefici ), li barberi, li mircanti, li speziali ( farmacisti ) et merceri a bando ( venditori ambulanti )”.