Ringrazio molto il Presidente Pendarovski per l’accoglienza così amichevole che ha riservato a me e alla delegazione che mi accompagna. Conservo un ricordo molto piacevole dei nostri incontri a Roma, dei nostri colloqui e della nostra sintonia costante.
Ed è quindi con grande piacere, Presidente, che ho accolto il suo invito a venire a Skopje, come lei ha ricordato, dopo 23 anni dall’ultima visita di un Capo di Stato italiano.
Macedonia del Nord e Italia sono legate da relazioni molto forti che si basano su stima e fiducia reciproche, e sono molto lieto che negli ultimi anni questi rapporti si siano consolidati, come è testimoniato dalla intensificazione dei colloqui e dei contatti ad alto livello che si sono realizzati.
Il nostro è un legame che è reso ulteriormente più forte dalla comune appartenenza all’Alleanza atlantica. Ed è più forte anche per la prospettiva – speriamo presto – dell’ingresso della Macedonia del Nord nell’Unione europea, per la comune appartenenza all’Unione.
Anche per questo abbiamo accolto con grande soddisfazione la decisione del 19 luglio della Conferenza intergovernativa di aprire finalmente i negoziati con l’Unione Europea per l’ingresso nell’Unione della Macedonia del Nord: è un’attestazione di fiducia degli impegni assunti dalla Macedonia del Nord, ed è anche, per i Paesi che hanno sostenuto con vigore questa prospettiva, come ha fatto l’Italia, un motivo di soddisfazione.
Apprezziamo molto – tengo a dirlo al Presidente Pendarovski pubblicamente – la pazienza e gli sforzi impegnativi che la Macedonia del Nord ha compiuto per superare tutte le difficoltà, anche sul piano della promozione di rapporti più distesi, più positivi, con i Paesi vicini. Si tratta di passi avanti, che l’Italia ha sempre costantemente seguito e appoggiato anche nei suoi rapporti con Sofia.
Vorrei sottolineare che, sia pure con un ritardo non del tutto ragionevole, questa decisione di aprire i negoziati per l’adesione della Macedonia del Nord all’Unione Europea dà finalmente onore all’impegno che l’Unione aveva assunto nei confronti del popolo della Macedonia del Nord.
L’Unione europea è il nostro futuro comune. La nostra convinzione, espressa in tutte le sedi, costantemente, è che senza l’ingresso dei Paesi dei Balcani occidentali l’Unione europea non sia completa, e ha bisogno di questo ingresso per la sua completezza e per essere davvero definitivamente integrato il Continente.
Vorrei assicurare al Presidente Pendarovski, anche rispetto a quanto ho poc’anzi detto, che l’Italia sarà al fianco, costantemente, della Macedonia del Nord anche nel percorso ulteriore che va compiuto adesso per l’ingresso nell’Unione, per il percorso di riforme, per seguire l’acquis comunitario che è richiesto adesso e che noi speriamo si concluda in un tempo breve per realizzare presto l’ingresso nell’Unione a pieno titolo.
Abbiamo parlato anche, con il Presidente, di un rapporto economico solido, un vero partenariato economico.
L’interscambio tra i nostri Paesi procede in maniera positiva; l’anno scorso ha superato i livelli pre-pandemia; vi sono molte imprese italiane che operano in Macedonia del Nord su settori ormai abituali.
Intendiamo contribuire ulteriormente, con le nostre imprese anche in settori nuovi.
Ho fatto cenno al Presidente Pendarovski del campo importante delle energie rinnovabili, ma l’Italia intende sviluppare questo rapporto economico costante, questo vero partenariato con la Macedonia del Nord.
Abbiamo anche relazioni culturali di grande importanza. È un versante significativo del nostro rapporto e speriamo di consolidarlo ulteriormente con il rinnovo del quinto programma di collaborazione nel campo dell’istruzione, cultura e scienza per il 2022-2025 che si è di recente definito.
Questo è un versante importante anche per i nostri giovani, per i loro rapporti reciproci, per la conoscenza, la collaborazione e la comunanza di obiettivi che offriamo loro.
Poc’anzi il Presidente Pendarovski ha parlato dei problemi energetici che in questo momento sono all’ordine del giorno preminente per i nostri Paesi, dopo la sciagurata aggressione della Federazione russa all’Ucraina che, tra gli altri danni gravi, ha comportato questa crisi energetica.
La nostra convinzione è che occorra una grande solidarietà in questo campo e che l’Unione europea debba predisporre meccanismi che comprendono anche i Paesi dei Balcani occidentali per avere insieme prospettive concrete di far fronte con efficacia ai problemi che questa crisi pone, in maniera non teorica, ma concreta e veloce.
Ringrazio molto il Presidente Pendarovski per l’accoglienza, per l’amicizia tra i nostri Paesi e per la nostra amicizia personale.
Grazie Presidente.
Domanda: Ieri lei ha inviato un messaggio di cordoglio per la scomparsa della Regina Elisabetta. In quel messaggio le ha riconosciuto di aver attraversato un tempo molto lungo e di aver sempre saputo attraversare quel tempo con una visione politica. Lei ha molto appoggiato questo cammino di avvicinamento della Macedonia del Nord all’Unione europea. Oggi, il tempo che stiamo vivendo è quello della guerra in Ucraina. Secondo lei quanto è diventato più urgente questo cammino e quanto influirà sulla stabilità di tutta l’area?
Presidente: Le rispondo volentieri perché proprio questa sconsiderata iniziativa bellicista della Federazione russa, che ha riportato nel cuore dell’Europa la guerra, che pensavamo fosse bandita dopo la fine della Seconda Guerra mondiale, richiede una risposta che presenti le alternative di pace e di collaborazione. L’integrazione continentale è un’opera di pace. È stata l’opera dei Padri fondatori nel suo inizio e si è sempre sviluppata come modello di pace e di cooperazione per allontanare lo spettro dei contrasti e della guerra. Questo richiede che l’integrazione si compia e – ripeto – l’integrazione del Continente non sarà completa senza i Paesi dei Balcani occidentali. Accelerare quest’ingresso è una risposta di pace, di collaborazione e di cooperazione fra i popoli in alternativa a quella sciagurata della guerra di aggressione nei confronti di altri.
Domanda: Avete parlato anche del rincaro dei prezzi dell’energia. Vorrei chiederle cosa si sente di dire alle famiglie italiane ed europee alle prese col caro bollette.
Presidente: La crisi sta mettendo in grave preoccupazione le famiglie per la vita quotidiana e le imprese per la loro capacità di funzionare di fronte a questo impensabile aumento sconsiderato dei prezzi dell’energia. L’Italia ha proposto già da quattro mesi all’Unione europea il tetto al prezzo del gas che adesso alcuni altri Paesi cominciano a comprendere necessario. Se fosse stato adottato quando l’Italia lo aveva proposto, quattro mesi fa, avremmo evitato alcune delle conseguenze di rincaro dell’energia. È urgentissimo procedere, superando le ultime resistenze che vi sono nell’Unione perché questo significa porre le famiglie e le imprese a riparo dalle speculazioni politiche e finanziarie.
Vi è un’altra esigenza, naturalmente: quella di creare, di fronte a problemi così gravi che nessun Paese da solo può risolvere, dei meccanismi di solidarietà nell’Unione europea che – ripeto – devono abbracciare anche i Paesi dei Balcani occidentali, ad esempio per l’acquisto comune, di cui già si parla, di gas, gas liquefatto e idrogeno. Ma questi meccanismi vanno sviluppati anche per altri aspetti, e questi posso dare una risposta di calmieramento e di rassicurazione. Si aggiunge a questo l’opera che sta si compiendo in Italia velocemente di affrancamento dal gas russo per evitare che il gas e l’energia divengano non più un elemento di contrattazione economica tra chi rifornisce chi lo acquista ma uno strumento di pressione politica o di speculazione. L’Italia sta velocemente procedendo nel diventare indipendente del tutto dal gas russo.
Domanda: La Commissioni europea ha presentato un pacchetto di misure per affrontare la crisi energetica tra queste la tassazione e la limitazione dei prezzi. Queste misure sono accettabili per l’Italia? E come lei ha detto bisogna trovare un meccanismo che possa includere i Balcani occidentali negli aiuti?
Presidente: Questa mattina è in corso la riunione del Consiglio dei ministri dell’Unione competenti per l’energia che sarà poi riversato attualmente nel Consiglio dei Capi di Stato e di Governo. Quindi aspettiamo di vedere che cosa esprime la riunione di questa mattina che cosa sarà riversato nel Consiglio dei Capi di Stato e di Governo per fare una valutazione completa.
La nostra opinione, la nostra posizione è quella che ho espresso sui meccanismi di solidarietà e sulla loro estensione ai Paesi Balcani occidentali.