Antonino Bonafede, classe 1935, esponente di spicco della vecchia Cosa Nostra marsalese, permarrà in detenzione domiciliare per altri 5 anni.
L’anziano Capo Famiglia di Marsala, già condannato in via definitiva per associazione di tipo mafioso, è stato colpito da un nuovo provvedimento giudiziario che conferma la pena alternativa della detenzione domiciliare fissandone la scadenza nel 2026.
Antonino Bonafede, padre dell’ex latitante Natale, quest’ultimo condannato all’ergastolo per omicidi commessi nei primi anni ’90 su ordine della Cupola allora capeggiata da Totò Riina, sta scontando, dal 2017, la pena definitiva per 416-bis in detenzione domiciliare a causa di alcune gravi patologie che lo affliggono.
In virtù un’ulteriore condanna definitiva per violazioni agli obblighi imposti ai condannati mafiosi, il Tribunale di Marsala, a seguito dell’inammissibilità del ricorso dell’imputato dichiarato dalla Corte di Cassazione nel febbraio di quest’anno, ha confermato il termine della detenzione domiciliare al 2026.
Le ultime indagini sulla mafia trapanese, effettuate dal ROS dei Carabinieri, hanno fatto emergere come, a seguito degli arresti dei Capi Famiglia, i fratelli Rallo Antonino e Vito Vincenzo, la reggenza vacante della Famiglia di Marsala sarebbe stata affidata, nel 2009, proprio all’anziano Uomo d’Onore Antonino Bonafede (“zio Nino”), ritenuto una garanzia anche in virtù dei precedenti rapporti di massima collaborazione con lo storico Capo Mandamento di Mazara del Vallo, Vito Gondola, con il quale venivano organizzati i summit mafiosi.
Il provvedimento del Tribunale è stato notificato dai Carabinieri presso l’abitazione del condannato.