di Rosa Rubino
Pubblicizzando il grande evento della Fondazione Sicilia, la Mostra “Exempla moralia Arazzi siciliani ricamati del XVII secolo” che si terrà nel periodo natalizio, a partire dal 18 dicembre, nella prestigiosa location di Villa Zito a Palermo, ci siamo chiesti che fine abbiano fatto i preziosi arazzi fiamminghi del 1500 donati alla Chiesa Madre di Marsala.
Si tratta di una delle collezioni di arazzi più importanti d’Italia dopo quella conservata a Napoli nel Museo di Capodimonte. Gli otto arazzi fiamminghi che compongono la collezione di Marsala rappresentano un raro e pregevole esempio di arte tessile e pittorica della cultura europea del XVI secolo. I manufatti di grande dimensione (variano da 350 cm di larghezza e 500 cm di altezza) raffigurano scene della guerra tra Romani e Giudei tra il 66 e il 70 d.C. Appartengono, sin dal 1589, al patrimonio della chiesa Madre di Marsala alla quale furono lasciati per testamento da Mons. Antonino Lombardo, già canonico della cattedrale di Mazara e arciprete di Marsala, di origine marsalese, che li aveva avuti donati dalla Corte spagnola.
Per tanti anni sono stati esposti nel Museo degli Arazzi in un locale adiacente alla Chiesa Madre.
Poi nel 2020 l’assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà ha voluto che questi tesori venissero restaurati dichiarando che: “il restauro degli arazzi fiamminghi e il progetto complessivo di realizzazione del Museo degli Arazzi di Marsala sono espressione della volontà del Governo Musumeci di recuperare la memoria della Sicilia attraverso la valorizzazione del cospicuo patrimonio di beni immateriali, anche attraverso la valorizzazione delle professionalità molto qualificate, in grado di operare nel recupero e nella conservazione dei beni. Il restauro degli arazzi rientra in un progetto molto più ampio e di notevole respiro che prevede il recupero e l’adeguamento funzionale dell’eredità storico-culturale della Chiesa del Collegio di Marsala da trasformare in Museo degli Arazzi e del patrimonio tessile della Chiesa Madre. La Chiesa del Collegio dei Gesuiti dista poche centinaia di metri dall’attuale luogo di esposizione e dipende dalla Chiesa Madre, consentendo il rispetto delle volontà testamentarie. Il progetto prevede il completamento del restauro dei locali e l’allestimento della sala dove, oltre agli otto arazzi, troveranno sede anche antichi e preziosi paramenti sacri, dieci dei quali saranno soggetti a restauro”.
Il cantiere dove è stato realizzato il restauro è l’Oratorio dei Bianchi.
Allo stato attuale abbiamo appreso che gli arazzi sono stati restaurati e restituiti circa due anni fa e che la Chiesa del Collegio dei Gesuiti è purtroppo, da anni, in attesa di collaudo. Una situazione che non giova ai delicatissimi manufatti che, da tanto tempo, si troverebbero arrotolati in casse di legno. Bisogna intervenire tempestivamente e avviare il collaudo della Chiesa del Collegio per esporre gli arazzi la cui integrità rischia di essere seriamente compromessa.
Occorre quindi attivarsi con urgenza, fare immediatamente il collaudo della chiesa, renderla fruibile e sistemarvi gli arazzi per potere finalmente ammirare l’infinita bellezza di queste opere uniche e irripetibili. Il Museo degli Arazzi della Chiesa del Collegio si inserirebbe così a pieno titolo in quell’itinerario turistico della nostra città di Marsala ricca di storia e di bellezze paesaggistiche uniche al mondo.
Attivarsi urgentemente vuol dire fare risplendere questo nostro immenso patrimonio, inserendolo in un percorso, in una rete museale con il Museo del Vino e il Museo archeologico regionale (Nave Punica) incrementando così l’offerta turistica della nostra città. Non possiamo e non dobbiamo permettere che la bellezza sia soffocata dentro le casse di legno.
Rosa Rubino