“L’Italia sarà quel che il mezzogiorno sarà”. La relazione di metà mandato del Presidente della Regione Sicilana Musumeci

“L’Italia sarà quel che il mezzogiorno sarà”. La relazione di metà mandato del Presidente della Regione Sicilana Musumeci

Un bilancio a tutto tondo, che ha toccato gli aspetti più importanti dell’attività svolta fino a questo momento, indicando i traguardi raggiunti e quelli ancora da raggiungere. Cento minuti che il Presidente della Regione siciliana Nello Musumeci ha dedicato alla descrizione dei progetti intrapresi e conclusi, ma anche ai cantieri aperti e alle idee da concretizzare nei prossimi anni. “Posso con orgoglio affermare che parecchi obiettivi sono stati raggiunti e che altri attendono di essere
attuati nella seconda metà di questa legislatura. – ha affermato il Presidente Musumeci ieri, all’inizio della sua relazione di metà mandato a Palazzo Orleans – Inutile dire che sui nostri intenti giocherà un peso la terribile epidemia che ha
colpito il nostro Paese”.
“Il mio pensiero – ha proseguito – torna alle 281 vittime del Coronavirus in Sicilia e alle loro famiglie inerti e inermi nel loro dignitoso dolore per aver dovuto persino rinunciare a un semplice funerale – ha aggiunto -. Questa epidemia, non
ancora sconfitta, ha prodotto anche in Sicilia effetti disastrosi che pagheremo per molto tempo ancora ed è troppo presto per calcolare il danno sulla fragile economia della nostra isola. Bisogna attendere almeno la fine dell’anno”.
Entrando nel resoconto dell’attività svolta, il Presidente Musumeci ha ricordato i più importanti interventi posti in essere:
“Una delle prime iniziative è stata l’apertura di un confronto con il governo nazionale sul rapporto finanziario fra Stato e Regione – ha sottolineato – che ha portato fra l’altro a spalmare il disavanzo in trent’anni e non in tre”.
Musumeci ha ricordato l’attenzione per il patrimonio immobiliare, che ha indotto all’individuazione di 150 beni da dismettere. “Abbiamo creato un piano di investimenti per Comuni ed ex-Province, attivando un proficuo confronto con
l’Anci – ha aggiunto – abbiamo istituito l’Ufficio di coordinamento per le isole minori, abbiamo recepito le disposizioni contenute nella legge Madia stabilizzando 7.746 precari degli Enti locali, abbiamo impresso un’accelerazione alle misure
di sostegno agli investimenti nel settore agricolo, con particolare attenzione ai giovani imprenditori e siamo arrivati ad essere la prima regione in Italia per numero di aziende biologiche”.
Poi le Zes (Zone Economiche Speciali) istituite recentemente, dopo un attento e operoso confronto, dal Ministro per il Sud. “Sono state garantite misure di sostegno ai lavoratori delle aree di crisi di Termini Imerese e di Gela – ha proseguito – abbiamo stanziato 525 milioni di euro per eseguire 1.576 interventi per la messa in sicurezza delle scuole, abbiamo sostenuto il rafforzamento fra scuola ed università e fra mondo dell’istruzione e mondo del lavoro. Abbiamo fatto ripartire gli scavi archeologici, abbiamo contribuito al restauro di 40 chiese e 10 palazzi storici”.
Quindi le congratulazioni rivolte al neo Assessore ai Beni culturali Alberto Samonà per “la sua competenza, la sua sobrietà e per il suo entusiasmo”.
Musumeci ha poi parlato di tutela del territorio e dell’ambiente: “Abbiamo varato il piano di contrasto alla siccità ed un piano per la manutenzione e pulizia di circa 80 fiumi e corsi d’acqua” – ha ricordato.
Denso di criticità il tema dei rifiuti, ferma la volontà di “scongiurare” il rilascio di autorizzazioni per nuove discariche. In questi anni – ha sottolineato Musumeci – si è assistito a “una emergenza che serve soltanto a personaggi contigui alla
mafia e a burocrati infedeli”, che ha dato vita a un “intreccio perverso” di interessi e a “un pericoloso oligopolio che controlla circa l’80 per cento del trattamento dei rifiuti”.
In questo quadro – ha aggiunto – la politica ha avuto un ruolo “assente e talvolta acquiescente”.
Musumeci ha ribadito, al contrario, che dal 2017 la raccolta differenziata in Sicilia è passata dal 16 per cento al 42 per cento, e dunque da “meno rifiuti in discarica e meno introiti per privati”.
Il Presidente ha poi affrontato il tema delle iniziative a sostegno del turismo, dello sport e dello spettacolo, settori particolarmente colpiti dagli effetti dell’emergenza Covid 19. E’ stata quindi ricordata l’assunzione di circa 7.500 operatori
della sanità siciliana, assicurando l’impegno per la stabilizzazione, nello stesso settore, di circa 250 precari storici e confermando anche la possibilità di realizzare un ospedale a Lampedusa, isola definita “avamposto d’Europa”.
Largo spazio è stato dedicato quindi all’elenco di interventi per i porti siciliani e per le infrastrutture avviato dal governo regionale. Musumeci ha annunciato l’impegno del suo governo per modernizzare la Sicilia con la realizzazione di un
porto hub capace di intercettare il traffico commerciale nel Mediterraneo e il necessario avvio della costruzione del ponte
sullo Stretto di Messina.
In conclusione – informa la nota della Regione – il ringraziamento al personale sanitario, ai volontari, alle forze armate,
alle forze dell’ordine, alla protezione civile e a tutta la comunità siciliana che “mai come in occasione dell’emergenza
Coronavirus ha saputo essere ossequiosa delle regole a difesa della propria salute e di quella degli altri”.
Infine, dopo aver citato Giuseppe Mazzini con il suo storico ammonimento “L’Italia sarà quel che il Mezzogiorno sarà”, e
dopo aver ricordato l’esempio dei Presidenti della Regione Rino Nicolosi e Piersanti Mattarella, Musumeci ha lanciato un
appello al Parlamento e alle forze politiche: “Serve un clima meno avvelenato, un linguaggio meno violento dentro e fuori
dal Palazzo. Lo dico a tutti e, per primo, a me stesso, senza pregiudizi né preconcetti. Ognuno nel proprio ruolo, ma tutti
consapevoli che abbiamo il dovere di cambiare la Sicilia e per farlo abbiamo ancora del tempo davanti,
sciuparlo sarebbe un suicidio”.

F.S.