“UN ONORE E UN PIACERE IMMENSO INCONTRARE CHI COMBATTE LE NOSTRE STESSE BATTAGLIE IN DIFESA DELLA BELLEZZA E DEL PATRIMONIO NATURALISTICO DELLA SICILIA”
Pino Veneziano è un nome universalmente conosciuto e amato nel mondo della musica, che si associa immediatamente alla bellezza di Selinunte e alla ricchezza della sua storia antica, ma anche ad un passato più vicino: quello degli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso in cui risuonarono la sua voce inconfondibile di cuntastorie e le armonie della chitarra che la accompagnava, capaci di incantare Lucio Dalla, Fabrizio De André, Ignazio Buttitta e persino J. L. Borges il quale, dopo essersi commosso nell’ascoltarlo, ormai cieco, volle toccargli il viso per conservarne meglio la memoria.
Al “cantastorie di Selinunte” è intitolato un Premio, promosso dall’Associazione “Selinunte cunta e canta” e giunto alla sua XIX Edizione, che venerdì 28 luglio è stato consegnato al biologo marino Carmelo Isgrò. Nella cornice straordinaria del Parco Archeologico di Selinunte e Cave di Cusa “Vincenzo Tusa” il Premio che ha avuto il sostegno della Fondazione Sicilia presieduta da Raffaele Bonsignore, il patrocinio del Comune di Castelvetrano e del Parco Archeologico di Selinunte e della Rete Museale e Naturale Belicina, vedrà una seconda tappa a metà ottobre con la partecipazione degli Istituti Scolastici Superiori di Castelvetrano. Venerdì sera la figura e la musica di Pino Veneziano sono state ricordate nel corso della cerimonia grazie all’interpretazione di Umberto Leone e Donato Rossini.
“Abbiamo deciso di conferire il Premio a Isgrò per la sua attività di divulgatore scientifico e la sua grande dedizione alla salvaguardia del patrimonio che il Mare nostrum ci dona”. – ha dichiarato Umberto Leone, Presidente dell’Associazione “Selinunte cunta e canta”. Carmelo Isgrò ha descritto la storia e le caratteristiche del Museo del Mare di Milazzo, a partire dal recupero del capodoglio Siso: “… era un giovane maschio di 10 metri che nell’estate del 2017 è rimasto impigliato con la pinna caudale in una rete illegale a largo delle Isole Eolie. – ha raccontato Isgrò (ma tutti i dettagli possono leggersi nel bellissimo sito Siso Project – MUMA – Museo del Mare Milazzo (mumamilazzo.com) – Nonostante gli intensi sforzi degli uomini della Guardia costiera, che lo hanno liberato parzialmente dalla rete, il capodoglio è purtroppo deceduto. Carmelo Isgrò, sotto l’egida del Museo della Fauna dell’Università degli Studi di Messina, ha quindi deciso di agire. Recuperate le ossa del cetaceo ed estratto dalla sua pancia la plastica ingerita dall’animale, ha dato vita al nuovo Museo del Mare di Milazzo dove Siso è tuttora esposto.
Carmelo Isgrò ha quindi sottolineato l’importanza di una battaglia in difesa della natura che non deve mai fermarsi e che ha bisogno della collaborazione e del contributo di tutti.
Dopo i saluti del Direttore del Parco Archeologico di Selinunte Felice Crescente e dell’Assessore alla Cultura di Castevetrano Graziella Zizzo, che hanno ricordato l’importanza della salvaguardia del patrimonio archeologico e naturalistico siciliano, complimentandosi con Carmelo Isgrò per la sua attività, Rosa Rubino, Direttrice del Vomere e membro del cda della Fondazione Sicilia, ha ribadito la centralità dei temi ambientali. “Porto i saluti della Fondazione Sicilia– ha esordito la Direttrice del Vomere – che ha come scopo primario lo sviluppo sociale, culturale ed economico del territorio siciliano e la salvaguardia del suo inestimabile patrimonio. Immersa nella magia e nella bellezza di Selinunte, il mio pensiero va oggi anche al Tempio di Segesta, lambito dalle fiamme, e alle parole del Presidente Sergio Mattarella che proprio ieri, durante la Cerimonia del Ventaglio, ha ricordato a noi giornalisti il dovere di parlare dei cambiamenti climatici e di agire prima che sia troppo tardi”.
“E’ un onore per me essere qui questa sera per partecipare alla premiazione di Carmelo Isgrò, – ha dichiarato ancora Rosa Rubino a margine dell’evento – che si batte da anni per la salvaguardia del patrimonio naturale della nostra Sicilia e, in modo particolare, per la tutela degli ambienti marini. Il Museo del Mare di Milazzo, da lui fondato e diretto, è un luogo suggestivo e simbolico che rappresenta una sintesi perfetta della straordinaria stratificazione storica della nostra terra immersa nell’incanto e nella magia dell’acqua. Carmelo Isgrò è riuscito a raccontare la bellezza e la fragilità del mare servendosi di diversi linguaggi multimediali in una perfetta sinergia fra scienza, arte e tecnologia. La sua instancabile attività di sensibilizzazione sulla necessità di preservare la natura come bene universale è la stessa che ha animato il giornale che dirigo sin dalla sua fondazione nel 1896. Il Vomere è da sempre in prima linea su questo fronte e continuerà ad essere accanto a tutti coloro che hanno a cuore la valorizzazione e la salvaguardia del nostro inestimabile patrimonio culturale ed ambientale”.
Federica Sbrana