Cinema e teatri sono tra i settori più colpiti dalla crisi legata all’emergenza sanitaria. La riapertura consentita dal 15 giugno ha reso ancor più manifeste le difficoltà del comparto, obbligato a un complessivo ripensamento dell’offerta
culturale e dell’organizzazione logistica degli spazi. L’Art. 89 del Decreto ‘Cura Italia” ha previsto un Fondo di Emergenza per spettacolo, cinema e audiovisivo, con una dotazione complessiva di 130 milioni, ma molte sono ancora le incertezze
riguardanti le modalità di ripartizione e assegnazione delle risorse alle diverse strutture e alle varie figure professionali impegnate nel settore.
Secondo una ricerca svolta nell’ambito dello SDA Bocconi Arts and Culture Knowledge Centre, 3 aziende teatrali su 4 hanno fatto ricorso ad ammortizzatori sociali e hanno dovuto risolvere i contratti con fornitori e compagnie. Una
situazione drammatica che ha coinvolto tutto il mondo della cultura. Analoga la crisi dei cinema. Le sale soffrono. Tra i lavoratori solo un’esigua minoranza è riuscita a ottenere la cassa integrazione e il bonus dei 600 euro. In vista della
stagione estiva è stato lanciato il progetto nazionale ‘Moviement Village’, che prevede un’ampia diffusione di arene all’aperto, con l’obiettivo di rilanciare il cinema e il suo rapporto con il pubblico. Ma si tratta, con ogni evidenza, di una
misura-tampone, che non può risolvere le criticità che si trovano ad affrontare gli operatori del comparto.
La Finanziaria regionale ha stabilito in Sicilia uno stanziamento di 10 milioni al fine di ridurre le perdite da botteghino, ma gli animi non sono affatto sereni. A Palermo e a Trapani le sale non riapriranno, pur restando confermata l’apertura delle
arene con il cinema all’aperto.
“Pur prendendo atto delle prescrizioni migliorative contenute nell’ultimo Dpcm e nell’ordinanza del governatore
Musumeci, l’assemblea ha stabilito per la non riapertura delle sale in quanto tutte le aziende del comparto
cinematografico, a 110 giorni dalla chiusura, sono in pieno collasso finanziario – hanno dichiarato Andrea Peria,
Presidente Anec Palermo e Luigi Drago, Presidente Anec Trapani. “Nel frattempo, nessuna misura compensativa
promessa è mai arrivata o se anche deliberata non ancora ha avuto effetti concreti – aggiungono Peria e Drago –
Restiamo in attesa dell’indennizzo da mancato sbigliettamento previsto in legge finanziaria regionale”. “Cerchiamo un
sostegno per rendere operativo lo strumento della cedibilità del credito d’imposta già riconosciuto dallo Stato alle nostre
sale e già quindi in nostro possesso. Ovvero trasformare in liquidità finanziaria, necessaria alla ripartenza, il tax credit già
acquisito con decreto del Mibac. – hanno aggiunto Peria e Drago – Attendiamo con ansia anche la convocazione del
Presidente Musumeci per spiegare le nostre ragioni, tutta la nostra filiera produttiva è allo stremo delle forze”.
Mercoledì 24 una delegazione di esercenti sarà ricevuta dal presidente dell’Assemblea regionale Gianfranco Miccichè. In
assenza di segnali forti per il sostegno del settore, è prevista una manifestazione per giovedì 2 luglio.
F.S.