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Il mondo della scuola discute di vaccinazione obbligatoria e green pass e purtroppo si registra la contestazione di molti docenti sulla obbligatorietà di produrre un documento che attesti, per la sicurezza di chi opera e frequenta
la scuola, l’avvenuta vaccinazione senza la quale si incorre in provvedimenti sanzionatori rilevanti.
Forse chi protesta non ricorda che la scuola è aperta solo a chi si vaccina contro la difterite, il tetano, l’epatite B, la poliomielite mentre le vaccinazioni facoltative, proposte attivamente alla popolazione scolastica, con le stesse
modalità delle obbligatorie, sono quelle per la pertosse, l’Haemophilus, l’influenzale tipo b, il morbillo, la rosolia
e la parotite.
Oggi a scuola la vaccinazione anti-Covid deve essere obbligatoria per insegnanti e personale scolastico per proteggere se stessi e gli altri. Ma non è solo un gesto di alto senso civico ma soprattutto un dovere morale per tutti,
un gesto di responsabilità da parte della comunità educante di questo Paese. Purtroppo, la notizia sconfortante ed al tempo stesso allarmante è che in Sicilia oltre 4 insegnanti su 10 non sono vaccinati. Il dato è contenuto nel report settimanale del Governo sulle vaccinazioni in Italia. Complessivamente
tra il personale scolastico – docenti e lavoratori della scuola – sono 217.870 i soggetti che in Italia non hanno ricevuto neanche una dose di vaccino, pari al14,87%.
In Sicilia il dato sale vertiginosamente al 42%.
Il Ministro della Pubblica Istruzione sta lavorando per mettere a disposizione una piattaforma web per facilitare le verifiche sul possesso del greenpass ma, al tempo stesso, si discute se questa procedura salvaguarderà la privacy per
venire incontro alle richieste di molti dirigenti scolastici.
Si sta lavorando per definire i dettagli e le modalità tecniche, ma la soluzione che il Ministero dell’Istruzione e quello della Salute stanno definendo sicuramente renderà più
efficiente e rapido il controllo del personale scolastico e la
piattaforma, sulla quale comparirà automaticamente lo stato del green pass di ciascun docente sembra superare la prova del garante per la privacy. Infatti, il preside dovrà
verificare soltanto che chi non ha il documento sanitario non entri in classe e provveda a vaccinarsi al più presto per evitare le conseguenti sanzioni.
La procedura può garantire il rispetto della privacy perché rende visibili soltanto idati della validità istantanea del documento e non fornisce altri dati.
Per insegnanti e personale scolastico non ci sono più alibi, perché la scuola non è solo trasmissione di saperi ma anche e soprattutto palestra di valori e la salvaguardia della salute degli altri è importante quanto la nostra.
Lo afferma Liliana Modica, responsabile regionale IV Scuola.