Il 28 febbraio di quest’anno è stato il primo anniversario della morte di Nino Amico, figura di imprescindibile spessore per la storia dell’Opira dei pupi siciliana e in particolare catanese.
Nato nel 1932 dai parlatori Pasquale e Giuseppina Trombetta, Amico è nipote del grande puparo Raffaele Trombetta e pronipote di Gaetano Crimi, il «padre fondatore» dell’Opira catanese.
Acquisisce dal padre l’arte della costruzione delle armature e poi, nel teatro di don Gaetano Napoli, affina le sue qualità di maniante e parlatore, completando contemporaneamente gli studi di Medicina.
Negli anni Sessanta e Settanta del Novecento, Nino Amico formula il suo progetto di «riforma» dell’Opera dei pupi e mette in pratica, d’accordo con Natale Napoli e la sua compagnia, la modifica della struttura tradizionale degli spettacoli, rinunciando alla serialità. Introduce inoltre per la tradizione catanese i «pupi piccoli», alti 80 centimetri, per facilitare la messinscena degli spettacoli al di fuori delle sale teatrali.
Un mese prima della sua morte, Amico ha voluto donare al Museo delle Marionette la sua prestigiosa collezione, che verrà presentata sabato 5 marzo.
“Sono molto emozionata nel ricordare in questo modo il medico e l’artista. Con la sua decisione di donare i pupi creati da lui, mentre era in vita, al Museo Pasqualino – afferma Lucia Curia, moglie di Nino Amico – mio marito ha fatto in modo che continuassero a vivere. Un dono alla collettività che mostra il suo modo di essere speciale, senza mai ostentare”.
In questa occasione, sabato 5 marzo alle 21 al Museo Pasqualino, la Marionettistica dei Fratelli Napoli di Catania metterà in scena lo spettacolo Don Chiaro. Lo spettacolo, che rappresenta storicamente il “manifesto” del suo programma di teatro, sarà replicato anche domenica 6 marzo ma alle 18.
“Siamo felici di mettere in scena il Don Chiaro di Nino Amico. Uno spettacolo – affermano Alessandro e Fiorenzo Napoli – che segnò da parte della nostra compagnia l’adesione alla sua maniera di intendere l’Opera dei Pupi per avvicinarla al pubblico contemporaneo. E siamo felici di farlo al Museo Pasqualino, che è il luogo più adatto per riconoscere i grandi meriti di Nino Amico”.