In coma irreversibile il boss Matteo Messina Denaro. I medici sospendono l’alimentazione

In coma irreversibile il boss Matteo Messina Denaro. I medici sospendono l’alimentazione

Matteo Messina Denaro è in coma irreversibile e i medici da questa sospendono l’alimentazione.

Riuscito a sfuggire alla cattura per 30 anni il boss è stato arrestato il 16 gennaio mentre andava in una delle cliniche più prestigiose di Palermo per sottoporsi alla chemioterapia per le cure per il cancro al colon scoperto alla fine del 2020.

Dopo l’arresto il capomafia di Castelvetrano 62 anni, è stato portato nel supercarcere dell’Aquila. Matteo Messina Denaro seguito costantemente dall’equipe dell’Oncologia dell’ospedale, è stato curato in cella dove è stata allestita per lui una sorta di infermeria. Il boss ha subito due interventi , ma quando la situazione è precipitata, è stato ricoverato nel reparto dei detenuti del nosocomio. Negli ultimi giorni, visto il peggiorare delle condizioni il capomafia è stato prima sottoposto alla terapia del dolore, poi sedato. Le condizioni dell’ex boss di cosa nostra si sono aggravate quando ha avuto un sanguinamento per poi essere colpito da un collasso con i parametri vitali compromessi. Le visite dei pochi familiari ammessi sono state sospese.

Messina Denaro, però, ha potuto riconoscere la figlia Lorenza Alagna, avuta durante la latitanza e le ha dato il suo cognome. Il 12 settembre scorso, con l’aggravarsi delle condizioni , si erano recate a l’Aquila la figlia che di recente ha chiesto di potere avere il cognome del padre. e la sua legale e nipote , l’avvocata Lorenza Guttadauro.

Durante l’arresto il padrino è stato interrogato più volte dai pm di Palermo ai quali ha detto fin dal primo momento che non avrebbe mai collaborato con la giustizia. E così è stato. Nel corso del primo interrogatorio al procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e all’aggiunto Paolo Guido che hanno coordinato le indagini per la sua cattura, non ha ammesso di far parte di Cosa nostra e ha detto che se non fosse stato malato e costretto a ricorrere alle cure della clinica, lo Stato no lo avrebbe mai preso.

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