Il convegno Uspi alla Camera dei deputati. Far Web: gli algoritmi delle piattaforme fra anarchia e dittatura

Il convegno Uspi alla Camera dei deputati. Far Web: gli algoritmi delle piattaforme fra anarchia e dittatura

Un’occasione imperdibile per fare il punto sullo stato dell’arte dell’ecosistema mediatico nell’era dei social: è quella
offerta dall’Unione Stampa Periodica Italiana giovedì 25 febbraio con il convegno dal titolo “Informazione, politica e
social: tra diritti e responsabilità etica”, che si è svolto nella Sala Stampa della Camera dei Deputati e in diretta
streaming sulla web-tv di Montecitorio.
La vicenda del bando censorio di Twitter nei confronti di Trump dopo i messaggi e le dichiarazioni che all’inizio di
gennaio eccitavano gli animi degli assaltatori di Capitol Hill, ha riacceso i riflettori sul tema della libertà di espressione nel
tempo degli ‘algoritmi di ultima generazione’ in versione social. Come devono rispondere le democrazie avanzate agli atti
sempre più diffusi di ‘sovranismo digitale’ degli Over The Top? E’ giusto affidare il potere di regolazione della rete ai
colossi del web? Non sarebbe invece necessario un organismo ‘terzo’ di controllo in grado di operare al di sopra delle
parti? Non c’è davvero alcuna alternativa al capitalismo anarchico e all’oligopolio delle Big Tech? A queste e ad altre
domande hanno risposto giovedì i relatori del convegno organizzato dal Segretario generale dell’U.S.P.I. Francesco
Saverio Vetere, promosso da Alessandro Astorino, delegato U.S.P.I. per i rapporti con il Parlamento e coordinato da
Carlo Parisi, Direttore di Giornalistitalia.it.
Nell’introdurre l’incontro, Carlo Parisi ha sottolineato l’importanza del valore della libertà di informazione, ma anche di
un’efficacia regolazione in grado di governare la ‘politica dei click’ e la potenziale deriva degli algoritmi.
Francesco Saverio Vetere, Segretario generale U.S.P.I., ha affrontato il tema del rapporto fra autorità, poteri politici ed
economici e giornalismo, nella cornice di una globalizzazione che ha annullato i confini degli Stati nazionali. Necessario
creare Autorità indipendenti – ha affermato Vetere – in grado di vigilare sul rispetto della libertà di stampa e dei diritti
degli editori. I sistemi istituzionali e sociali tradizionali si sono rivelati arcaici nell’affrontare le sfide del XXI secolo. – ha
aggiunto il Segretario generale dell’U.S.P.I. – I profili etici e deontologici della professione giornalistica vanno attualizzati
nell’ambito di un approccio evolutivo, in grado di tenere il passo del cambiamento.
Carlo Verna, Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, ha ribadito la necessità di elevare il livello di
consapevolezza e di responsabilità pubblica in relazione al tema di una nuova e improcrastinabile legislazione per il
giornalismo. Indispensabile rivisitare gli assetti normativi per tutelare il diritto di informare e di essere informati.
Primo Di Nicola, Vicepresidente della Commissione per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi del
Senato della Repubblica, ha sottolineato l’esigenza di superare al più presto la Legge 69/1963 alla luce della complessità
degli attuali scenari dell’informazione e della comunicazione. Ma è urgente anche combattere le commistioni fra
giornalismo, politica ed economia – ha affermato Di Nicola – tanto nel settore privato quanto in quello pubblico.
Massimiliano Capitanio, Segretario della Commissione per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
della Camera dei Deputati, ha affrontato il tema della formazione professionale, ricordando i suoi esordi di giornalista in
una testata locale. Capitanio ha sottolineato la necessità di una responsabilizzazione delle grandi piattaforme e dei
server. Necessario – ha ribadito – contrastare i nuovi ‘totalitarismi dell’informazione’ con un’adeguata e innovativa
regolazione, ma anche con un’efficace educazione ai media, in grado di disegnare i profili di un’autentica ‘cittadinanza
digitale’.
Marco Scialdone, Docente di Diritto e gestione dei contenuti e servizi digitali dell’Università Europea di Roma, ha
richiamato il ‘caso Trump’ ricordando anche una sentenza della Cassazione del 2014 che per la prima volta ha affrontato
il tema di Facebook come ‘luogo fisico’ e ‘luogo pubblico’: un’agorà virtuale, una piazza immateriale che tuttavia accoglie
oggi le comunità sociali, configurandosi dunque come spazio aperto necessitante non semplicemente di
un’autoregolazione, ma piuttosto di una normazione condivisa che chiami ad uno stesso tavolo di elaborazione e di
negoziazione i grandi players e le associazioni degli utenti.
Diego Ciulli, responsabile Public Policy Google ha sottolineato infine la necessità di conciliare, a tutela del cittadino,
l’interesse commerciale degli operatori con i principi della responsabilità etica e deontologica. Ciulli ha ricordato la
Direttiva europea sul copyright, ribadendo l’esigenza di tutelare al massimo livello la libertà di espressione, garantendo
però la qualità dell’informazione. Servono regole certe ed Enti terzi – ha aggiunto – che decidano in modo oggettivo e
indipendente.
Al convegno ha partecipato anche la direttrice del Vomere Rosa Rubino, consigliere nazionale U.S.P.I.
“È lodevole l’iniziativa dell’Uspi e del Segretario generale Francesco Saverio Vetere che l’ha fortemente voluta. –ha dichiarato la Direttrice del Vomere – L’Uspi è da sempre baluardo della libertà di stampa che è pilastro della democrazia. Dinnanzi al rischio (senza forse) più grave per le sorti della democrazia e della cultura nell’era digitale, l’Uspi ha voluto fare sentire la sua voce nonostante il difficile momento causato dalla pandemia. È un mondo che va sollecitato a dare più
ampio spazio a dibattiti veri, a opinioni diverse su questo tema. Ricordo che l’Uspi ha organizzato un altro importante convegno,
nella Sala Koch del Senato, sulle fake news che avvelenano l’informazione. L’Unione Stampa Periodica Italiana – ha aggiunto Rosa Rubino
–continua a difendere con tutte le sue forze questa professione, perché possa continuare ad essere esercitata in
libertà e in condizioni di lavoro ottimali”.