A febbraio si festeggiava per l’eccezionale ritrovamento, a giugno tutto è abbandonato nel cantiere dove gli archeologi hanno riportato alla luce una parte di necropoli tra le più preziose
Gli scavi in via Alcide De Gasperi per l’ampliamento della rete fognaria partiti a settembre da un mese si sono fermati. Qualche mese fa la clamorosa scoperta a pochi metri nel sottosuolo di reperti di grande rilievo, a partire da due ipogei che potrebbero rappresentare la punta dell’iceberg di una delle necropoli più importanti del Mediterraneo a rivedere la luce.
«Quella di Marsala è una scoperta dall’altissimo valore archeologico e ci regala l’occasione per ribadire quanto vasto e meraviglioso sia il patrimonio nascosto nel sottosuolo», «Al Governo regionale che rappresento il compito di creare le condizioni perché questi ritrovamenti non siano il momento conclusivo di un’attività ma rappresentino la prima pagina di un nuovo libro che valorizzi la storia e l’identità dei luoghi», il 18 febbraio eppure sottolineava l’assessore dei Beni culturali Alberto Samonà.
“Lilybeauem ci chiama ancora” aveva scritto su queste pagine l’archeologo Lorenzo Nigro, grande conoscitore del nostro territorio e del suo passato, descrivendo l’eccezionale ritrovamento di cui hanno dato notizia tutte le testate, tra cui la Rai. «Ci colpisce lo stato di conservazione di queste tombe, la sovrapposizione e l’intreccio di tante generazioni e di tante culture: le lucerne trovate sono puniche, romane nella classica sigillata africana, ma anche giudaiche e paleocristiane», osservava il professor Nigro.
E poi? E poi i lavori si sono fermati, il cantiere è rimasto deserto e ora polvere e spazzatura hanno iniziato a ricoprire quel pozzo di conoscenza (i ritrovamenti coprono un arco di sette secoli) che sono i preziosi ipogei di via Alcide De Gasperi, che da risorsa per Marsala rappresentano ora un bel problema di sicurezza.
L’accesso alla necropoli è infatti una voragine profonda 8 metri, che viene sfiorata a pochi centimetri dai numerosi veicoli che transitano per la frequentata via. A separare il traffico dal pozzo soltanto una leggera griglia in metallo, ma a preoccupare di più è qualche segno di smottamento che già si intravede nonostante il divieto di transito ai mezzi pesanti.
Qualcosa va fatto in via Alcide De Gasperi: completare i lavori sulla rete fognaria è sacrosanto, ma allo stesso tempo è chiaro che non si può e non si deve, letteralmente, mettere una pietra sopra, o peggio del cemento, sull’eredità che ci hanno tramandato i nostri antenati.
Daniele Pizzo