Disponibile online il nuovo numero di Etnografie Sonore/Sound Etnographies (https://www.soundethnographies.it/) pubblicato dalle Edizioni Museo Pasqualino e dalla casa editrice Neoclassica (Roma), che ne distribuisce la versione a stampa (https://www.neo-classica.com/catalogo/etnografie-sonore/etnografie-sonore-sound-ethnographies-iv-2-2021/).
Il quarto anno della rivista Etnografie Sonore/Sound Etnographies si chiude con una raccolta di saggi e recensioni che si concentrano su aree del Sud-est asiatico e regioni italiane, attraverso indagini che si declinano fra etnografia della contemporaneità e ricerca archivistica.
Il contributo di Francesca Billeri e il “saggio audiovisivo” di Lorenzo Chiarofonte sono centrati su particolari rituali rispettivamente rilevati in Cambogia e nella Birmania Centrale, mentre i testi di Delia Dattilo e di Roberto Milleddu esplorano fonti poco note, di natura del tutto diversa. Nel primo caso si tratta di un piccolo corpus di audioregistrazioni realizzate nel 1939 tra gli italo-americani residenti in California; nel secondo caso, ecco un’analisi di come la musica sarda di tradizione orale sia stata rappresentata nella programmazione radiofonica tra il 1920 e il 1980.
Lo spazio previsto per le “istituzioni” è dedicato invece al Museo Cultura e Musica Popolare dei Peloritani, fondato nel 1996 a Gesso (frazione di Messina) dal ricercatore messinese Mario Sarica. Autore del contributo è Nico Staiti, anche lui messinese, che ha individuato come principale caratteristica del Museo quella di essere «luogo di esposizione dialogica, al quale gli attuali interpreti delle tradizioni musicali locali contribuiscono con apporto di conoscenza e con strumenti musicali e oggetti sonori da loro costruiti, e continuano ad animarlo con incontri, seminari, concerti nel corso dei quali le loro competenze vengono condivise con la comunità locale e con gli utenti».
Le quattro recensioni proposte dalla rivista riguardano infine testi che in vario modo delineano aspetti generali o parziali degli studi etnomusicologici di area italiana.
Domenico Di Virgilio riferisce sul catalogo di una mostra – curato dall’antropologo Gianfranco Spitilli – relativa all’esperienza di ricerca sulle tradizioni orali condotta nella montagna teramana (Abruzzo) dal sacerdote Nicola Jobbi. Segue Giulia Sarno con la recensione della già menzionata monografia di Agamennone su radiofonia e tradizioni musicali fra 1945 e 1960. La recensione di Vincenzo Santoro riguarda il volume di Nico Staiti dedicato alle «musiche di tradizione orale in Italia»: una preziosa antologia puntualmente commentata che attualizza il lavoro analogo a suo tempo realizzato da Roberto Leydi, di cui in appendice al volume è curata la riedizione integrale. La sezione si chiude con la recensione di Letizia Bindi relativa all’edizione completa dei materiali sonori raccolti dall’antropologo Alberto Cirese in Molise nel 1954: l’ampio volume, corredato da quattro audio CD, è stato curato da Vincenzo Lombardi attraverso la fruttuosa interazione di competenze musicologiche e storico-etnografiche.