Domenica 25 settembre 2022, alle ore 21:00 nel Giardino Storico dei Musei di Baglio Anselmi – Parco di Lilibeo siete invitati al secondo appuntamento con il Maestro Filippo Portera che si esibirà in un concerto tratto dal suo lavoro discografico “METAMORFOSI”.
Una performance che alterna flauto traverso, clarinetto basso e sax in cui attraverso parole e musica il M° Portera narrerà sedici racconti definiti “imagofonie” tratti da (LA) “Metamorfosi” di Ovidio.
Il poema epico, composto tra il 2 e l’8 d.C., è di argomento mitologico. In esso vengono narrate oltre duecentocinquanta miti e leggende incentrati sulla metamorfosi di personaggi in animali o elementi naturali tra cui: Narciso, Eco, Pigmalione, Atalanta, Aracne, Ercole, Medea, Il re Mida, Pitagora, Scilla, Cariddi, Icaro, Perseo, Circe, Persefone, ognuno di loro con una morale ed un grande messaggio da trasmettere.
In particolare il mito di Perseo e la Gorgone/Medusa viene rievocato dalle testimonianze archeologiche di Lilibeo, come il mosaico dell’Insula I con la rappresentazione della testa della Gorgone/Medusa e alcune terrecotte su cui essa è rappresentata.
“Imagofonie” è un termine coniato dallo stesso autore, “originato dalla lettura dei racconti che trasmettono percezioni sensoriali e scene, attraverso le pochissime ma preziose parole della stupefacente poetica di Ovidio “ e che “traducono” come da un’intervista del M° Portera “ in suoni il concetto del “non limite”, della valicabilità di ogni confine, rifiutando la discriminazione e preferendo il senso dell’inclusione riuscendo ad avvicinare il passato con il presente, creando un collegamento tra le parole ancora in uso nella lingua italiana e i miti e le leggende greco-romane che le hanno generate, per scoprirne le origini”. La musica, esprime l’essenza e si fa racconto, mentre la parola diventa ouverture, primo impatto emozionale.
Il concerto è dedicato a Peppino Impastato e fu presentato per la prima volta al pubblico nazionale, dai microfoni di Rai Radio Tre nella trasmissione “Battiti”, condotta da Pino Saulo.
L’autore spiega la dedica alla fine dell’intervista, con queste parole: “ Quanta strada non abbiamo fatto per arrivare ad oggi, in questo pietoso spettacolo di misere maschere, governate dall’avidità e dal falso dio denaro, dove l’essere umano snaturato, è ridotto a freddo calcolatore che non riconosce più, cinico spietato ed arrogantemente ignorante. Ma una minoranza di esseri umani porta avanti il mondo e conforta il sapere, che mai nessuno potrà fermare l’Arte, perché è un dono misterioso che nasce con l’uomo e porta con sè, tutti i valori della vita e del soprannaturale”