Dal giorno degli arresti dei funzionari accusati di aver manipolato i dati sui contagi il numero dei guariti si è ridotto di nove volte. Come si spiega questo crollo clamoroso?
Da una settimana a questa parte in Sicilia dal Covid non si guarisce più, o quasi: il dato dei guariti è crollato di nove volte da quando è scoppiato il bubbone dei dati (si presume) ritoccati dal Dipartimento Attività Sanitaria e Osservatorio Epidemiologico dell’Assessorato alla Salute regionale su cui sta indagando la magistratura.
Di conseguenza sale il numero dei positivi, con zone rosse che scattano sempre in più città, a cui sta per aggiungersi anche Marsala. E’ l’effetto della nuova regola voluta dal Governo Draghi: con un incremento di 250 positivi su 100.000 abitanti nella settimana per provincia scatta il giro di vite.
A guardare le cifre però qualche dubbio viene: nei sette giorni precedenti agli arresti – dal 23 al 29 marzo – erano stati comunicati un totale di 4.990 guariti.
Il 30 marzo scatta il blitz e l’assessore Ruggero Razza presenta le dimissioni. La macchina del monitoraggio si ferma fino al 31 marzo, con la Regione che sospende la comunicazione dei dati al pubblico. Recupererà i dati delle precedenti 48 ore l’1 aprile, dopo aver rettificato nella stessa giornata un errore marchiano: erano stati conteggiati per due volte i tamponi di conferma.
Il conteggio riparte ma negli ultimi sette giorni (dal 2 al 8 aprile) la clamorosa svolta: i guariti sono precipitati a 461 in tutta la Regione. Un crollo del -90,8% difficile da interpretare, dal momento che il numero dei tamponi è rimasto pressoché costante tra 20 e 25.000 al giorno per tutto il mese di marzo ed anzi è diminuito negli ultimi sette giorni di circa 50.000 test per via delle festività.
Se ne sono accorti un po’ tutti. Se ne sono accorti i cittadini e in particolare i frequentatori della pagina facebook della Regione Sicilia che quotidianamente pubblica i dati sull’andamento della pandemia nell’Isola. Se ne sono accorti i giornalisti siciliani, che si ritrovano a rendere conto di numeri dall’andamento piuttosto ondivago difficile da spiegare ad una cittadinanza sempre più imbufalita.
Non ce ne vogliano le amministrazioni sanitarie locali, provinciali e regionali, ma il dubbio è: cosa sta succedendo? I numeri dei guariti erano eccessivi prima? Oppure si sono improvvisamente ristretti dopo gli arresti? Come si giustifica questa variazione enorme? E’ un nodo di fondamentale importanza, perché è ormai in base a questi numeri che si decidono le misure di contenimento da adottare e dietro queste misure ci sono vite, affetti, lavoro. Siamo sicuri che i numeri siano raccolti, trasmessi e calcolati con precisione?
Se lo chiede anche OpenDataSicilia (www.opendatasicilia.it), un’associazione di volontari esperti in informatica e statistica che a più riprese e già in tempi non sospetti ha chiesto a Palazzo d’Orléans dati più dettagliati e segnalato incongruenze. «Troppo presto per giudicare la questione, ma è importante ribadire che da un anno – praticamente dall’inizio della pandemia – abbiamo cercato di dialogare con Regione Siciliana per segnalare irregolarità nei dati. La Regione o non ci ha risposto o ci ha dato l’idea che il messaggio fosse “non disturbate il conducente”», scriveva l’1 aprile Andrea Nelson Mauro di OpenData Sicilia.
Veniamo a Marsala: oggi il Sindaco Massimo Grillo ha confermato che l’Asp di Trapani ha chiesto alla Regione Sicilia l’istituzione della zona rossa per 15 giorni.
Alla base della dolorosa decisione l’impennata dei positivi in città: ieri erano 261, oggi sono schizzati a 337. Tradotto in termini percentuali è un eclatante +29,1%. In un solo giorno. Eppure nei tre giorni precedenti i positivi erano scesi da 269 a 261. L’ondata degli ultimi giorni avrebbe insomma colpito solo Marsala, con 76 positivi sui nuovi 68 positivi di tutta la provincia registrati nelle ultime 24 ore al netto di deceduti e guariti.
Tutti invece pressoché stabili se non in leggera diminuzione tra ieri e oggi i dati degli altri maggiori centri della provincia: Trapani è ferma a 106, Alcamo è passata da 153 a 155, Castelvetrano da 62 a 57, Mazara del Vallo da 11 a 6, Campobello da 13 a 11, Castellammare da 12 a 11, Castelvetrano da 62 a 57, Erice da 31 a 33.
Molti danno la colpa alle festività pasquali con annessi pranzi e scampagnate, ma ciò non spiegherebbe le variazioni minime sinora registrate negli altri centri della nostra provincia dove pure si è festeggiata la Pasqua. Molti altri danno la colpa ai ragazzi e alla loro voglia di incontrarsi, comprensibile dopo 13 mesi dallo scoppio della pandemia, altri ancora alle scuole rimaste aperte. Che gli indisciplinati siano concentrati tutti su Marsala? Oppure c’è un focolaio di una qualche variante particolarmente virulenta? Si spera che le autorità riescano a offrire maggiore chiarezza.
In tutto ciò a soffrire sono, oltre ai positivi, agli ammalati e alle loro famiglie e naturalmente ai sanitari, anche e soprattutto i commercianti e tutto l’indotto collegato al commercio. L’insofferenza si moltiplica, i debiti si accumulano, piovono multe per chi cerca di portare a casa almeno la pagnotta per rimanere a galla e della luce in fondo al tunnel non si vede neanche un barlume. Soffrono anche le famiglie, soprattutto quelle con bambini ai quali diventa sempre più difficile spiegare perché non possono più fare sport, giocare al parco o prendere un gelato.
Ci si augura che da ora in poi almeno le autorità siano più chiare nel comunicare le ragioni delle loro scelte piuttosto che informarci solo attraverso i numeri, che ormai hanno perso anche loro credibilità.
Daniele Pizzo