La mission del Comitato “Trapani ed Erice una città”, la sola che ha mosso centinaia di cittadini trapanesi ed ericini a condividerne l’iniziativa ed un pugno di essi a costituirne il direttivo, era, è, e rimarrà la fusione dei comuni di Trapani ed Erice.
Una puntualizzazione, che riteniamo doverosa nei confronti della opinione pubblica e degli organi di stampa, affinché non si ingeneri confusione su parallele azioni politiche da parte di componenti di altri comitati per tramite di associazioni e gruppi politici già presenti sul territorio.
È noto infatti che l’associazione Fronte Comune ha presentato richiesta di chiarimenti all’amministrazione comunale di Trapani sulla mancata riscossione Tari e, soprattutto, è noto che ne sono componenti Giuseppe Caradonna, Marcello Maltese, Silvana Catalano, e Vincenzo Maltese, attivi anche nel “Comitato per la rettifica dei confini fra Trapani ed Erice”, con il quale questo comitato ha siglato un patto federativo a partire dal comune obiettivo di regolare i confini tra i due comuni.
Pur rispettando le iniziative della associazione e dei suoi singoli componenti, il Comitato “Trapani ed Erice una città” non ne condivide l’opportunità, perché rischiano di tradursi in azioni di “opposizione dall’esterno” ora al sindaco Giacomo Tranchida, ora alla sindaca Daniela Toscano. Il Comitato “Trapani ed Erice una città”, al contrario, ritiene che si debbano concentrare lavoro, attenzione ed energie sull’unico obiettivo della regolazione dei confini, e per quel che ci riguarda della fusione.
Obiettivo che deve essere considerato un vero e proprio atto fondativo, una sorta di carta costituente, a partire dalla quale immaginare un futuro diverso e uno sviluppo economico e sociale dei territori dei due comuni.
Sarà a partire da questo atto fondativo comune che la Politica potrà e dovrà tornare a dire la sua. Al contrario si corre il rischio di contrapposizioni, schieramenti e antagonismi per i quali questo comitato non intende spendere energie.
Fabio Pace