La scomparsa della mia cara professoressa Maria Teresa Bonetti mi commuove e mi addolora. Ho la sensazione di avere perso una parte di me, della mia giovinezza. Infinita è la gratitudine per una docente che ha dato il meglio di sé a tutti noi, suoi studenti. Non ci ha insegnato solo a conoscere l’italiano, il latino, la storia, ci ha insegnato i valori della vita, a dare il meglio di noi. Non è facile e non avrei mai voluto scrivere questo articolo per una persona che ho ammirato e voluto tanto bene.
Maria Teresa Bonetti è stata modello esemplare di donna, docente, moglie e madre.
Aveva 81 anni. Si è spenta il 31 gennaio. Amava insegnare, dialogare con noi studenti, Un amore quello per l’insegnamento iniziato quando aveva appena 23 anni!
E’ morta dopo una lunga malattia e dopo lunghe sofferenze. Forte ed energica ha combattuto quel brutto male con tutte le sue forze e con grande dignità.
E’ stata la mia professoressa nei primi due anni del Liceo Scientifico “Pietro Ruggieri” di Marsala. Preparata, colta, amorevole con quel sorriso dolce, quel tono di voce pacato, quella classe innata, e nello stesso tempo rigorosa sapeva coinvolgerci nella lettura e all’apprendimento dei classici, dei grandi della letteratura, del latino. Quell’ora di lezione con lei volava! Aveva il senso della leggerezza…Con noi parlava anche delle belle canzoni impegnate del famoso cantautore Fabrizio De Andrè.
Non è stata solo la mia professoressa , ma un’Amica meravigliosa che mi ha sostenuto in una battaglia portata avanti, con altri miei compagni d’Istituto, per un’unica sede per il Liceo Scientifico. Erano gli anni in cui la scuola, dislocata in tre plessi: in Via degli Atleti, Via Gambini e vicino al cimitero, era priva di ogni struttura, di ogni comfort: aule piccole senza riscaldamenti, spesso umide, niente palestre, niente biblioteca, niente aula per le assemblee.
Abbiamo organizzato scioperi e saltato purtroppo le lezioni. Ricordo che lei è stata di grande sostegno quando le ho spiegato che avremo scioperato, fatto cortei in piazza con cartelli per rivendicare il nostro istituto, per fare sentire la nostra voce fino a quando non avremmo avuto la certezza di un istituto nuovo. Lei era dalla nostra parte. Siamo ritornati in classe soddisfatti, dopo la promessa da parte delle istituzioni e del preside di attivarsi per l’individuazione dell’area per la costruzione dell’istituto. Devo anche dire che siamo rientrati in aula preparati non compromettendo così il programma delle lezioni. E quel sorriso meraviglioso con cui la nostra professoressa ci ha accolto racchiudeva tante parole di approvazione per i nostri risultati.
Poi la sua vita è stata scossa da un grave lutto: la morte del figlio Settimo. Un dolore infinito per lei e per il marito. Quante volte e con quanta dolcezza e struggente nostalgia mi ha parlato di Settimo che abbiamo ricordato ogni anno Sul Vomere.
L’ho incontrata un giorno all’aeroporto di Fiumicino. L’ ho riconosciuta subito quando ha abbassato la mascherina. Come dimenticare quel sorriso, quegli occhi così espressivi? “La mia Rosa! La mia alunna che seguo sempre con grande affetto. Sono orgogliosa di te” mi ha detto. Abbiamo rispolverato, sorridendo felici, i momenti di quegli anni scolastici trascorsi insieme. Ricordo, però, un velo di tristezza, di stanchezza nel suo sguardo che lei cercava di nascondere. E ricorderò sempre quell’abbraccio forte, più forte del solito, quella carezza sul viso e quelle parole: “Sei sempre la mia Rosa e sono felice di averti rivista…”. Mi ha parlato della sua malattia con una calma, un coraggio straordinari. “Sto seguendo tutte le cure necessarie e sono fiduciosa. Ce la farò. Se dovessi perdere questa battaglia sarò serena, raggiungerò mio figlio…”.
Anche in quelle parole la sua ultima lezione di vita.
Rosa Rubino
I funerali si terranno questo pomeriggio 2 febbraio alle 16 ai Salesiani.
I Direttori del Vomere Rosa Rubino con Salvatore Lombardo, Alfredo Rubino con Gabriella Ombra esprimono i sensi del più vivo cordoglio ai familiari tutti