L’articolo che pubblichiamo è della professoressa Maria Giovanna Assumma che ringraziamo
Oggi ricorre il centenario della nascita di uno dei nostri più illustri scrittori, Leonardo Sciascia, un intellettuale teso a indagare la realtà nelle sue ipocrisie non soltanto della sua Sicilia, ma dell’Italia tutta e dell’Europa. Autore di romanzi celeberrimi, quali Todo modo, Il Consiglio d’Egitto, Il giorno della civetta, non smise mai di anticipare, nella finzione, la logica spietata del crimine, quei meccanismi del potere mafioso non soltanto della Sicilia, ma allargando la sua esplorazione sull’Italia democratica e socialista( ricordiamo l’affaire Moro) con risultati a volte accolti come provocatori. Amico di Consolo e di Bufalino, fu un intellettuale sempre volto a ricercare illuministicamente la verità fugando le nebbie dell’imbrogli e delle falsità, animato da un senso profondo della giustizia.Nei primi anni della sua produzione letteraria, scrisse anche alcune poesie, tra le quali “ LA POESIA! IL SUO CUORE( Roma, Bardi, 1952).Come Chagall, vorrei cogliere questa terradentro l’immobile occhio del bue.Non un lento carosello di immagini, una raggiera di nostalgie soltantoqueste nuvole accagliate,i corvi che discendono lenti,e le stoppie bruciate, i radi alberiche s’incidono come filigrane.Un miope specchio di pena, un greve destinodi piogge: tanto lontana è l’estateche qui distese la sua calda nuditàsquamosa di luce- e tanto diversol’annuncio dell’autunno,senza le voci della vendemmia.Il silenzio è vorace sulle cose.S’incrina, se il flauto di cannatenta vena di suono: e una fonda paura dirama.Gli antichi a questa luce non risero,strozzata dalle nuvole, che gemesui prati stenti, sui greti aspri,nell’occhio melmoso delle fonti; le ninfe inseguitequi non si nascosero agli dei, gli alberi non nutrirono frutti agli eroi.Qui la Sicilia ascolta la sua vita.