Dopo nove anni di attesa e proteste, sostenute dalla Fillea Cgil, gli ex lavoratori della “Siciliana inerti e bituminosi” hanno ricevuto dall’Agenzia nazionale dei beni confiscati un primo acconto, pari a circa il 30 per cento, sugli stipendi arretrati.
A renderlo noto è la Fillea Cgil di Trapani che, dal 2014, difende i diritti degli ex lavoratori dell’azienda confiscata a Tommaso “Masino” Coppola, arrestato nel 2005 e condannato per mafia per aver pilotato appalti per conto del boss Matteo Messina Denaro.
In particolare, gli ex lavoratori attendono, da nove anni, un totale di mensilità che va da 24 a 18 mesi di arretrati, a cui si aggiunge il Tfr.
“Questo primo passo in avanti – dice il segretario provinciale della Fillea Cgil Gaspare Giaramita – da’ fiducia e speranza agli ex lavoratori di poter recuperare tutte le somme arretrate. Ringraziamo la Prefettura, Giuseppe Quattrone dell’Agenzia dei beni confiscati e il liquidatore Calogero Craco’, per aver rispettato gli impegni assunti lo scorso dicembre”.
Per la Fillea Cgil “il risultato ottenuto fa seguito a una serie di incontri in Prefettura e iniziative di protesta, promosse dalla Fillea Cgil, volte a difendere i diritti degli ex dipendenti della Siciliana inerti e bituminosi e a porre fine a una situazione scandalosa che si trascina da quasi un decennio”.
“Adesso – conclude il segretario Giaramita – attendiamo che l’Agenzia venda tutti i beni del patrimonio aziendale confiscato, così da saldare i creditori e, in particolare, i lavoratori”.
Maria Emanuela Ingoglia