Sarebbe bellissimo se nel trentennale delle stragi di Capaci e Via D’Amelio, la Città di Marsala intitolasse una via al grande giudice Antonino Caponnetto che fu un “padre” per Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Qui siamo insieme poco prima di incontrare gli studenti della scuola media del quartiere Amabilina per diffondere la Cultura della Legalita’. Collaborammo con Rita Borsellino che merita anche lei di essere ricordata. Fu un progetto meraviglioso che durò cinque anni. Gli incontri si tennero con gli studenti delle scuole di Marsala, Mazara del Vallo, Messina, Reggio Calabria. Gli elaborati dei ragazzi sono stati pubblicati sul Vomere. Il progetto ambizioso vide la collaborazione del Procuratore di Marsala Antonino Sciuto, dei sostituti procuratori da Alessandra Camassa a Massimo Russo, del Tribunale di Marsala, di Pierluigi Vigna, dei presidi, dei direttori didattici, degli insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado, delle elementari e superiori. Il progetto inizio’ l’anno dopo le stragi di Capaci e Via D’Amelio quando notai che nella città di Marsala c’era troppo silenzio… Capii che dovevo fare la mia parte come direttore del Vomere e come cittadina. Avevo provato un dolore profondo per quell’attentato feroce che costo’ la vita a due servitori onesti dello Stato, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Il giudice Caponnetto, che voleva essere chiamato “nonno”, venne a Marsala tante volte. Organizzammo in collaborazione con i Salesiani spettacoli nel mese di luglio con i ragazzi e le famiglie per ricordare Paolo Borsellino.Tutti attenti e incantati dalle parole, dai ricordi, dalla dolcezza di Antonino Caponnetto e Rita Borsellino. Incontrarono migliaia di alunni. Un grande e prezioso impegno civile. Il nonno mi confidò che tutte le sere prima di addormentarsi chiamava al telefono Paolo e Giovanni per augurare loro la buonanotte. Quelle telefonate si concludevano con un :”ti voglio bene”. Alla presenza di Caponnetto si organizzo’ l’intitolazione della Sala Paolo Borsellino al Tribunale di Marsala. Ricordo quel giorno come fosse ieri. È stato un onore e un piacere conoscere Caponnetto, lavorare insieme a lui, sentirlo spesso al telefono, ascoltare quel filo di voce colmo di saggezza. È stato ospite a casa nostra insieme alla moglie. Negli ultimi tempi era stanco…chiese di riposare un po’…lo ospitammo a casa con immenso piacere a conclusione degli incontri nelle scuole. Parlava sempre di Falcone e Borsellino con lo stesso amore di un padre. Scrisse un messaggio bellissimo per i 100 del Vomere. Era uno di famiglia…ci scambiavamo gli Auguri di Natale… Conoscerlo è stato uno dei momenti più belli della mia carriera di giornalista. Ho imparato tanto da questo grande uomo, da questo magistrato coraggioso, umile e onesto. Con lui e grazie a lui ho avuto la consapevolezza di sentirmi utile, di fare qualcosa di bello. È stato il modo migliore per ricordare Falcone e Borsellino. Di quest’ultimo il Vomere riporta un’intervista esclusiva fatta dagli studenti della Scuola media Vincenzo Pipitone di Marsala grazie alla lungimiranza del Preside Gaspare Li Causi nostro amico e collaboratore. Donammo a Caponnetto il libro edito dal Vomere: “Dieci anni di Cosa Nostra a Marsala” scritto da Mario Ferrera. Uno dei primi libri nati dalle rivelazioni dei pentiti. Libro che Caponnetto lesse con molto interesse. La Città di Marsala deve molto al giudice Antonino Caponnetto. Ha lasciato in tutti questi anni un seme che è germogliato. Ha inculcato nelle menti dei ragazzi i grandi valori di onestà, correttezza, libertà che sono e saranno sempre preziosi. Grazie nonno. Ovunque tu sia ti voglio bene.
25 Novembre 2024