Due (forse tre o più) parti d’Italia con morfologie, infrastrutture, storie ed economie diverse che non possono essere destinatarie delle stesse misure di sostegno e di rilancio nella fase post-pandemica. Sulle differenze fra
Nord e Sud, il Vicepresidente della Regione e Assessore all’Economia si è già espresso diverse volte. Lo ha fatto anche in occasione della presentazione del Report di Bankitalia sull’economia siciliana e sugli effetti post-Covid.
Sbagliato, da parte del Governo centrale, usare le stesse misure per l’accesso al credito. Sbagliato ignorare le differenze strutturali fra Centronord e Centrosud: “Centronord e Centrosud stanno vivendo la crisi postpandemica
in modo completamente diverso, – ha affermato – com’era inevitabile che fosse, perché le due realtà economiche hanno connotati, strutture e morfologie totalmente diverse. Una cosa è chiudere un’azienda che produce
ceramiche e che all’indomani della riapertura può ripartire, un’altra è riaprire un albergo dopo il lockdown.
Purtroppo, adesso dobbiamo avere un approccio molto cauto, perché non possiamo prevedere quali saranno gli effetti nel prossimo inverno e cosa ci riserverà il futuro”.
“A livello centrale – ha proseguito – si è scelto di usare misure uguali per un Paese diviso. Le misure per l’accesso al credito hanno effetti assai limitati sull’economia siciliana, a causa dell’incidenza del sommerso e delle imprese
che non possono accedervi; mentre sono più consistenti nell’economia del Centronord”.
“Un’altra considerazione va fatta sulla tenuta dei conti delle Regioni e dei Comuni meridionali, a fronte dello tsunami che ci sarà con la flessione delle entrate. – ha aggiunto – Avremo un calo pesantissimo delle entrate, per cui se lo Stato non vi farà fronte, è evidente che ci saranno effetti negativi sulla qualità dei servizi alle persone e alle imprese. Abbiamo calcolato che, come Regioni, di fronte a 5 miliardi di euro di minori entrate, lo Stato nel Decreto Rilancio ne rende disponibili solo 1,5 miliardi. Mentre, a fronte dei 5 miliardi dei Comuni, lo Stato sta
apprestando 3,5 miliardi di euro”.
“Sono tre le direzioni su cui puntare per affrontare la crisi post pandemica: gli investimenti sul digitale, in infrastrutture e beni culturali, il sostegno alle imprese e alle famiglie mediante incentivi a fondo perduto e le riforme. – ha sottolineato il Vicepresidente – Per quanto riguarda il digitale, la Sicilia è l’area più infrastrutturata del Centrosud Europa, ma il 44 per cento delle famiglie non dispone di tablet o pc, con il risultato che rischiamo di
avere una straordinaria autostrada che non possiamo utilizzare pienamente. Al Governo statale, piuttosto che puntare su rottamazioni di auto ed occhiali, chiediamo di pensare ad agevolare l’acquisto di computer e tablet. Per
quanto riguarda le riforme, la Sicilia si è dotata già lo scorso anno di una legge sulla semplificazione e la sburocratizzazione che i giuristi ritengono la più avanzata d’Italia e ora dobbiamo continuare su questa strada. Le
altre due direzioni sono le infrastrutture e i beni culturali. – ha concluso Armao – Piuttosto che parlare di
abbattimento Iva che in Sicilia avrebbe effetti limitati, è più importante investire nelle infrastrutture a partire dal
Ponte di Messina, fino al completamento delle reti stradali, alla modernizzazione di porti ed aeroporti”.
F.S.