Accolta dai sindaci dei comuni della Diocesi la “candela verde” in segno di solidarietà con i profughi

Le lanterne verdi sono un piccolo, prezioso, strumento per svegliare le coscienze e sollecitare impegni concreti e urgenti per risolvere questo drammatico problema con strumenti giuridici ed economici corrispondenti alla gravità della situazione, dice il vescovo Fragnelli

“Ai nostri figli l’occidente non deve consegnare un’Europa che ha fatto naufragio di civiltà”. Così il vescovo di Trapani Pietro Maria Fragnelli spiega la scelta della Diocesi di aderire alla campagna “lanterne verdi” lanciata il 28 novembre da Avvenire. Un impegno condiviso e portato avanti in sinergia da diversi uffici pastorali della Curia (Comunicazioni Sociali, Laicato, Pastorale sociale ed il lavoro e Caritas)  per sensibilizzare tutta la comunità su diversi fronti. Le candele verdi realizzate dai centri di aggregazione per minori della Caritas diocesana e dal centro diurno per disabili “Domenico Amoroso” di Trapani  sono state accolte in questi giorni dai sindaci degli 11 comuni della Diocesi e dalla prefetto di Trapani Filippina Cocuzza.

“Il movimento delle Lanterne Verdi illumina il nostro Presepe segno di luce e di speranza, nel difficile cammino dei migranti”, ha scritto il sindaco di Valderice Francesco Stabile. “Ci uniamo alle altre città che vogliono accendere una luce sulla tragedia di migliaia di profughi rischiano di morire schiacciati dall’indifferenza, ha detto il sindaco di San Vito Lo Capo Giuseppe Peraino nel ricevere la candela per il suo comune. E Nicola Rizzo, sindaco di Castellammare del Golfo: “La luce verde è simbolo di speranza per scaldare simbolicamente dal freddo dell’inverno e dell’uomo tutti coloro che vengono respinti da una parte di Europa che si mostra senz’anima”.

Questa mattina la candela verde è stata consegnata anche ai sindaci di Paceco, Buseto Palizzolo e Custonaci mentre nei prossimi giorni raggiungerà anche alcuni centri di accoglienza per i richiedenti asilo nel nostro territorio. Ad Alcamo una lanterna verde sarà accesa al termine della veglia notturna davanti all’albero della piazza principale del paese.

“Le lanterne verdi sono un piccolo, prezioso, strumento per svegliare le coscienze e sollecitare impegni concreti e urgenti per risolvere questo drammatico problema con strumenti giuridici ed economici corrispondenti alla gravità della situazione – aggiunge il vescovo Fragnelli – Tutta la Sicilia invoca politiche nuove capaci di vedere con occhi nuovi il Mediterraneo come frontiera di pace e di sviluppo in questa epoca globalizzata.”

Alcune candele verdi sono disponibili presso la mostra dei presepi che si trova nell’atrio degli uffici pastorali del Palazzo Vescovile in corso Vittorio Emanuele 42 ( orari di apertura 10.20/13.30 e 16.30/19.30). Realizzarla è semplice, basta rivestire con una cartoncino verde una comune candela. L’appello della Diocesi è di accendere la candela verde, in segno di solidarietà, la notte di Natale illuminando finestre, alberi di Natale e presepi.  E inodando i social di foto che possano sensibilizzare più persone possibili usando gli hastag  #greenlight #lanterneverdi #luceverde. Il quotidiano Avvenire pubblica le foto che giungono all’indirizzo mail scriviapopotus@avvenire.it.

La Diocesi di Trapani ha aperto una pagina Facebook “Trapani accende la candele verdi per i profughi” dove raccogliere foto, commenti e materiali.

COS’E’ IL MOVIMENTO DELLE LANTERNE VERDI

In molte case sul confine tra Bielorussia e Polonia gli abitanti lasciano accesa una luce verde per indicare ai migranti che si trovano al gelo oltre il filo spinato della frontiera – senza poter tornare indietro ma nemmeno proseguire – che in quelle abitazioni potranno trovare un rifugio sicuro per la notte, un pasto caldo e una persona amica. Ma il movimento delle “lanterne verdi” cresce anche in Italia. Tra i primi il quotidiano “Avvenire” con un appello del direttore Marco Tarquinio: «Accendiamo le lanterne verdi alle finestre, sui balconi, sui presepi e sugli alberi natalizi. Sono segni di pace e di solidarietà».  Approfondisci sul sito Avvenire.it

DECINE DI MORTI ASSIDERATI AL CONFINE DELL’EUROPA: UN DRAMMA UMANITARIO

Lo scontro al confine tra Polonia e Bielorussia sulla pelle dei migranti si sta trasformando in un’emergenza umanitaria, con migliaia di persone ormai accampate da settimane nelle foreste. Qualche settimana fa la notizia di un bambino morto di stenti al freddo, vicino ai genitori feriti; Almeno 12 sono i rifugiati morti nella foresta polacca di cui si hanno notizie certe, quelli i cui corpi sono stati ritrovati. Decine di morti assiderati: un disastro umanitario. “I migranti-profughi sopravvivono nell’incubo delle temperature rigidissime (scese sotto i -10° in questi giorni) una foresta immensa lontana chilometri da qualsiasi centro abitato. L’ultimo caso è quello di un uomo con passaporto nigeriano, morto per assideramento e il cui corpo senza vita, sommerso di neve, è stato ritrovato accanto al suo zaino. Le organizzazioni non governative, le associazioni mediche, i media, non hanno accesso alla zona di confine e qualsiasi forma di aiuto viene considerata un crimine” (Fonte Repubblica.it). La situazione è in stallo, un gioco di scacchi giocato sulla pelle dei migranti per motivi politici.

LE PAROLE DI PAPA FRANCESCO AI RIFUGIATI

Non possiamo tacere! Fili spinati, posti di confinamento e di schiavitù. Questa è la storia di questa civiltà sviluppata che noi chiamiamo Occidente!? Quanti disperati iniziano il cammino in condizioni molto difficili e non arrivano… Possiamo parlare di questo mare che è diventato un cimitero?! Guardando voi, guardo le sofferenze del cammino, tanti che sono stati rapiti, venduti, sfruttati… Ma è la storia di una schiavitù, una schiavitù universale!».

Guardando voi, penso a tanti che sono dovuti tornare indietro, perché respinti e sono finiti nei lager. Veri lager, dove le donne sono vendute, gli uomini schiavizzati, torturati. Noi ci lamentiamo quando leggiamo le storie dei lager del secolo scorso, dei nazisti, di Stalin… Ma succede oggi nelle coste vicine… Lo dico perché è responsabilità mia aiutare ad aprire gli occhi. Il peggio è che ci stiamo abituando a questo: “Ah oggi, sì, è affondato un barcone, tanti dispersi”. Ma guarda che questo abituarsi è una malattia grave e non c’è antibiotico contro questa malattia. (Fonte Vaticannews.it Viaggio apostolico a Cipro)