Il 30 Settembre 2022, braccianti, contadinә e solidalә scendono in piazza per ricordare Omar Baldeh, lavoratore morto un anno fa nell’incendio del ghetto dell’ex Calcestruzzi, a Campobello di Mazara. Un corteo dalla Villa Comunale fino al bene confiscato alla mafia di Fontane d’Oro per ribadire a gran voce basta morti per sfruttamento e chiedere condizioni di vita e di lavoro dignitose.
È passato ormai un anno dall’incendio all’ex Calcestruzzi, a Campobello di Mazara, in cui ha perso la vita Omar Baldeh, un lavoratore, un fratello per chi ogni anno viene a Campobello per raccogliere le olive. A un anno di distanza, i lavoratori della Casa del Mutuo Soccorso dei Braccianti FuoriMercato “Omar Baldeh” hanno deciso di ricordarlo con un corteo che attraverserà le strade di Campobello di Mazara, partendo dalla Villa Comunale e arrivando al bene confiscato alla mafia di Fontane d’Oro.
Fontane d’Oro è il simbolo dell’abbandono da parte delle istituzioni e dei loro silenzi. È, anche, allo stesso tempo, il simbolo della lotta per delle condizioni di vita migliori. Un anno fa, la mattina dopo l’incendio all’ex Calcestruzzi, i lavoratori entravano dentro Fontane d’Oro ribadendo che loro non avrebbero accettato nessuna delle soluzioni emergenziali proposte dalle istituzioni, che volevano rimanere uniti e stare in un luogo sicuro. Fontane d’Oro, con l’accesso all’acqua, alla luce, con il cemento sotto ai piedi, era il luogo che avevano scelto. Con il sostegno di solidal* lì present* e attraverso la solidarietà arrivata da tutta Italia, un nuovo campo è stato allestito in autogestione. Lì, durante un’assemblea dei lavoratori del campo, si è deciso di intitolare la Casa del Mutuo Soccorso dei Braccianti FuoriMercato, che rappresenta i braccianti organizzati che hanno “preso la responsabilità”, a Omar Baldeh.
A un anno da quel giorno, lavoratori e solidal* sfileranno verso Fontane d’Oro per gridare a gran voce che questo luogo è un bene pubblico e che per questo deve essere aperto a tutti e tutte. Un anno dopo l’incendio dell’ex Calcestruzzi, infatti, i lavoratori sono stati costretti a ritornare nel ghetto ricostruito sulle macerie di quello bruciato, a vivere tra cumuli di rifiuti che rendono l’aria irrespirabile. A Fontane d’Oro è stato allestito un campo in casette prefabbricate, ancora chiuso. Concludere il corteo a Fontane d’Oro non è solo una scelta simbolica, ma anche un ulteriore passaggio che permetterà ai lavoratori di far sentire le proprie voci, le loro idee, ben descritte durante la conferenza stampa del 9 Settembre: “Vogliamo entrare con la nostra libertà che non significa che facciamo ciò che vogliamo ma che ci autoregoliamo, prendiamo la responsabilità per gestire la nostra vita quotidiana perché ne siamo capaci e perchè abbiamo la nostra dignità. Vogliamo Fontane d’Oro aperto a tutti e tutte, senza discriminazioni”.
I lavoratori chiedono una presa di responsabilità da parte di tutti, istituzioni, grandi produttori, associazioni e semplici cittadini e insieme ai e alle solidal* propongono con il dossier “Le nostre braccia, i nostri diritti” (https://bit.ly/3ygqkgv) soluzioni a medio-lungo termine e qui ed ora proposte per la gestione di Fontane d’Oro. Questo ultimo luogo che può diventare un valido esempio se:
i cancelli verranno aperti immediatamente, alla luce del fatto che la stagione non è più alle porte, ma è già iniziata;
riconoscendo i lavoratori organizzati come interlocutori attraverso un incontro in Prefettura come luogo di garanzia per tutte le parti in causa coinvolte nelle politiche di contrasto allo sfruttamento;
sarà garantito l’accesso a tutti e tutte all’interno del campo, nell’ottica di rendere quest’ultimo un luogo aperto alla città, dove si possano valorizzare il confronto e l’integrazione;
i lavoratori stessi all’interno del campo saranno riconosciuti come rappresentanti dei sindacati e che un presidio sindacale permanente sarà istituito all’interno del campo, per vigilare sulle modalità di incontro tra domanda e offerta di lavoro con il supporto del collocamento pubblico e per contrastare il fenomeno dello sfruttamento dei lavoratori.
Chiediamo inoltre che nell’immediato si tenga conto delle condizioni igienico sanitarie delle persone che durante tutto l’anno vivono alla Calcestruzzi e che si provveda alle loro esigenze e richieste a partire dalla rimozione dei rifiuti.
Ad Omar Baldeh sarà dedicata una targa commemorativa, che chiediamo venga riconosciuta e installata, per ricordare la sua vita e la sua morte. Per dire basta ai morti
per sfruttamento, nelle campagne, in tutti i luoghi di lavoro, e nei luoghi dove si vorrebbe solo vivere e riposare. Venerdì 30 Settembre, il corteo partirà dalla Villa Comunale di Campobello di Mazara alle ore 10 in direzione Fontane d’Oro. Invitiamo la cittadinanza a partecipare a supporto dei lavoratori e delle loro richieste per vivere una vita degna.
Contadinazioni, Casa del Mutuo Soccorso FM Sicilia, FuoriMercato Autogestione in movimento.
Con il sostegno di Autoproduzioni Sfruttazero (Puglia), Diritti a Sud (Nardò), Villa Roth Bene Comune (Bari), Solidaria (Bari), Comunità di TerraNostra occupata (Casoria), FLAI-CGIL (Trapani), FLAI-CGIL Sicilia, Associazione Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato (Cinisi), FuoriMercato Milano, Sial Cobas Milano, Rete dell’agricoltura contadina e del lavoro in autogestione FM Sicilia, Associazione Italo-africana dei lavoratori agricoli (Foggia), Sportello San Papiers Arci Porco Rosso (Palermo), LasciateCIEntrare, Rete Antirazzista Catanese, Cuoche Combattenti (Palermo), Lupo Nero (Cianciana), Cianciana Calling (Cianciana), Spasmo spazio popolare sant’erasmo (Palermo), Il gusto dei colori (Polizzi Generosa), Cub-Immigrazione Palermo, CGIL Immigrazione Sicilia, CGIL Immigrazione Palermo, Forum Antirazzista Palermo, Associazione Stravox
(adesioni in continuo aggiornamento)