Caro Mario,
concittadino della nostra bella e “complessa” Marsala. Abitavi, come me, nello stesso quartiere di Sappusi, dove convivono bisogni diffusi di attenzione e sostegno, incertezze, difficoltà, devianze, solitudini, ma anche speranze e volontà di riscatto e di forte dignità. A 45 anni hai voluto tragicamente terminare il tuo cammino terreno. Perché? Non potevi chiedere aiuto quando ti sei sentito solo e abbandonato, non potevi dare al tuo travagliato percorso di vita una svolta positiva? Ogni volta che ci incontravamo mi chiedevi sempre: «ha qualcosa per me, padre?». Io ti davo quello che potevo e ti raccomandavo di stare attento a te stesso e di rispettare tutti. Tu eri spesso in giro e, qualche sera, rientrando a casa, ti vedevo camminare pensoso e solo per le vie del nostro quartiere. Nessuno di noi può giudicarti per il tuo “gesto” grave e definitivo. Dobbiamo tutti, semplici cittadini e uomini delle istituzioni, credenti e non, chiederci come meglio operare perché le persone che vivono in difficoltà o che si stanno facendo del male, vengano prontamente considerate e aiutate.
La nostra Marsala ha urgente bisogno di sostenere adeguatamente, con azioni e progetti concreti, chi fa più fatica a vivere e/o caduto nell’isolamento e in comportamenti autodistruttivi. Bisogna creare al più presto un “coordinamento” tra forze sociali e politico-istituzionali perché nessuno si senta abbandonato e/o lasciato nella sua disperazione e nei suoi problemi personali e socio-economici. I fondi pubblici non si disperdano in attività poco efficaci, i servizi socio-sanitari siano meglio attrezzati a rispondere a nuove forme di fragilità e povertà.
Caro Mario, so che Dio Padre non rifiuta nessuno dei suoi figli, ti affido a Lui.
Marsala, 13 settembre 2023
Don Francesco Fiorino