Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, esprime soddisfazione per l’approvazione, da parte dell’Ars, dell’emendamento che consentirà ai Comuni di incassare una percentuale sui proventi della vendita dei biglietti d’ingresso ai siti archeologici situati negli stessi centri.
«Una disposizione – sottolinea il presidente – il cui impianto normativo è stato fortemente voluto dal governo, che, invece, come diversamente ipotizzato ha ritenuto di non “tassare” gli imprenditori con una quota del 20% per gli incassi relativi agli eventi organizzati all’interno dei siti archeologici. Una posizione non condivisibile, sia perché avrebbe causato molto probabilmente un trasferimento del costo sull’utente finale, il cittadino, sia perché non si può chiedere al privato di accollarsi il rischio di impresa, se lo sbigliettamento dello spettacolo va male, e tassarlo alla fonte, invece, se va bene. È un principio che stride con chi ha una concezione economica liberista».
La norma ha lo scopo di far partecipare i Parchi alla spesa sostenuta dai Comuni per il potenziamento dei servizi di viabilità, sicurezza, decoro urbano, raccolta e smaltimento dei rifiuti, in ragione della pressione turistica generata dall’attrattività dei luoghi di cultura.
Nell’emendamento predisposto da Palazzo d’Orleans e votato dall’Aula, comunque, è stata inserita anche la possibilità che i Comuni, dei territori nei quali ricadono i Parchi archeologici, possano usufruire dei siti per un massimo di cinque giorni al mese.
«Voglio ringraziare – conclude Schifani – i deputati della maggioranza e dell’opposizione che in maniera sinergica hanno contribuito a migliorare il testo originario e il presidente dell’Ars per la conduzione dell’Aula e l’attività di sintesi esercitata».
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