Si è tenuto sabato scorso a Trapani in una Basilica del Santuario della Madonna di Trapani gremita di fedeli, l’incontro promosso dall’ufficio liturgico diocesano sul tema “Liturgia e disabilità” per mettere a fuoco come bisogna sempre più includere e rendere protagonisti nella vita della Chiesa le persone con disabilità.
I disabili spesso sono persone che “sono servite” ma che non servono, almeno così a volte riteniamo- ha detto la relatrice suor Veronica Donatello, responsabile del servizio nazionale per le persone con disabilità della CEI e consultrice presso la Santa Sede al Dicastero per la Comunicazione – Dobbiamo superare nella chiesa il rischio di un approccio assistenzialista o pietista nei confronti dei disabili, abbattendo le distanze tra noi e loro. Esiste solo un noi, ha detto la suora, una sola comunità e i disabili devono sempre più condividere e partecipare alla vita della Chiesa senza essere confinati in spazi separati, affidandogli, quando possibile, ruoli e compiti come tutti gli altri. Si fa fatica a stare davanti al limite dell’altro, perché il limite dell’altro rimanda al nostro limite – ha continuato suor Donatello – A volte anche nella Chiesa, specialmente in chi ha ruoli di responsabilità e di organizzazione permane il pregiudizio di pensare che l’unico accesso alle vie della fede sia l’intelletto, un vero pregiudizio da superare”. Sono seguite testimonianze di ministri straordinari, catechisti ed insegnanti. Quindi la celebrazione eucaristica con il conferimento del mandato a 43 nuovi ministre e ministri della comunione che si occupano di rendere presente la Chiesa nelle case dei malati e dei sofferenti, nelle case di riposo per portare l’Eucarestia.