«La vicenda di Levanzo è emblematica del furore edilizio che si può scatenare sulle nostre coste quando il farraginoso intreccio normativo, la violazione delle direttive europee, la mancanza di orientamenti autorizzativi univoci, intercettano la mancanza di programmazione; nel caso specifico l’assenza del PUDM, il Piano di Utilizzazione del Demanio Marittimo nel comune di Favignana, e la singolare autorizzazione della Sovrintendenza subordinata alle stagioni». Lo ha affermato la deputata Cristina Ciminnisi (M5S) che ha presentato un’interrogazione sulla vicenda del solarium in fase di costruzione a Levanzo, l’opera posta sotto sequestro giudiziario preventivo dalla magistratura.
«Il solarium è stato autorizzato dalla Soprintendenza di Trapani con l’indicazione di smontarlo a fine stagione estiva a tutela del paesaggio. Prescrizione secondo la quale i valori ambientali evidentemente meritano di essere tutelati in base alla stagione; per la Sovrintendenza valori recessivi d’estate e intangibili d’inverno. Conservazione ambientale ed iniziativa imprenditoriale – dice Ciminnisi –, devono essere contemperati come prescrivono in Costituzione l’art. 9, di tutela del paesaggio, e l’articolo 41, secondo il quale la libera iniziativa economica privata non può svolgersi in modo da recare danno all’ambiente. Vogliamo vederci chiaro per evitare che la Sicilia diventi una zona franca in cui vuoti normativi, e sorprendente leggerezza degli organi che autorizzano e controllano, creino zone d’ombra che compromettano valori e principi cristallizzati in costituzione».
«La Regione Siciliana dia indirizzi chiari, non consenta l’elusione delle norme europee, le sovrapposizioni di competenze, le interpretazioni che sconfinano nell’arbitrio. Sul caso di Levanzo sarà la magistratura penale a pronunciarsi e a dirci se l’iter autorizzativo abbia rispettato le norme nella forma, o se ne abbia tradito lo spirito. (RPT corretta) Da tempo – conclude la deputata trapanese – sollecitiamo la Regione Siciliana perché avvii una più stretta vigilanza sul demanio costiero, soprattutto nelle zone di maggiore pregio e a più alto rischio di speculazione».