Lunedì un webinar per accendere i riflettori sulle guerre di cui nessuno parla
Mentre l’attenzione dei media è concentrata sulle drammatica situazione della guerra in Ucraina e sulle possibili conseguenze a livello planetario, nel mondo si combatte quella che papa Francesco ha più volte definito “guerra mondiale a pezzetti”: in genere in luoghi dimenticati. Sono più di 30 le guerre in atto nel mondo, ma molte di queste non fanno notizia, come non esistessero. Pensiamo all’Etiopia, allo Yemen, alla Siria, alla Libia, al Sahel e ad altre situazioni potenzialmente esplosive come l’Afghanistan, il Kurdistan iracheno, la Palestina, il Nagorno-Karabakh, la Nigeria, il Sudan, la Somalia, il Myanmar. Aree dove i conflitti sono caratterizzati dall’alternarsi di periodi di violenti scontri armati e altri di fragile tregua. Proprio per accendere i riflettori sulle cosiddette guerre dimenticate, conoscere quali sono e per quali interessi si combattono questi conflitti, lunedì sera 13 febbraio alle ore 21 in diretta sul canale Youtube della Diocesi di Trapani si terrà un incontro sulle guerre dimenticate. L’incontro sarà moderato da Dalila Ardito, direttrice dell’ufficio diocesano per il laicato. Relatore sarà Ettore Bucci, co-presidente del gruppo “Rosa Bianca Pisa”. Le conclusioni saranno affidate al vescovo Pietro Maria Fragnelli. L’iniziativa rientra tra le proposte del percorso di educazione alla pace “Disarmare il cuore per fermare ogni guerra” voluto dalla Diocesi per sensibilizzare al tema della pace in occasione del primo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina.
Secondo il Treccani: “L’espressione guerre dimenticate si è affermata nel vocabolario politico-giornalistico italiano nei primi anni del 21° sec. e contiene in sé una connotazione polemica: dimenticate sono le guerre di cui non si parla, conflitti che ricevono poca o distratta attenzione dall’opinione pubblica e dai media di un Paese europeo occidentale come l’Italia. In questo senso, guerra dimenticata è un’espressione che definisce più il comportamento dei media e dell’opinione pubblica che non la guerra stessa. Forse però non è casuale che nel vocabolario politico-giornalistico siano entrate in questi stessi anni anche espressioni come guerre non convenzionali, a bassa intensità, striscianti, asimmetriche, o semplicemente nuove guerre, e che nelle cronache belliche ricorrano sempre più spesso termini come pulizia etnica o genocidio che indicano forme di violenza brutale in cui le vittime non sono solo militari, ma popolazioni civili.
Ettore Bucci (Taranto, 1989) è il copresidente del gruppo “Rosa Bianca Pisa”. Attivo nell’associazionismo tramite Arci, Anpi, Azione Cattolica Italiana e Mediterranea, dall’agosto 2022 lavora presso la Direzione Generale ‘Lavoro, Inclusione e Affari Sociali’ della Commissione Europea (Bruxelles). Laureato magistrale in storia contemporanea a Pisa e diplomato presso il master in Istituzioni Parlamentari a Roma Sapienza, si è occupato – anche tramite una borsa triennale della Conferenza Episcopale Italiana – del mondo cattolico europeo ed italiano negli anni Sessanta e Settanta, con un particolare focus sui movimenti sociali e sulle organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori. Ha scritto per le riviste online Pandora, Il Corsaro e Jacobin Italia, oltre che per la rivista Il Margine.