Perquisite altre abitazioni di Matteo Messina Denaro. Nel covo nel vicolo di San Vito a Campobello di Mazara sono state trovate cinque carte di identità, probabilmente legate a profili di incensurati. Si tratta di documenti che, negli ultimi anni, hanno protetto il boss latitante. Non è ancora chiaro se i documenti siano stati contraffatti o se qualcuno gli abbia forniti precompilati e lui abbia soltanto apposto la sua foto. Il sistema è lo stesso utilizzato con Andrea Bonafede, il geometra di cui il capo-mafia aveva assunto l’identità, utilizzata a partire dal 2020.
Le immagini del covo di vicolo san Vito, a Campobello di Mazara sono state diffuse dai carabinieri del Ros. Qui il padrino trapanese ha trascorso gli ultimi mesi da uomo libero. Una casa ordinata, quadri alla parete, due leoncini di peluche, uno su un termosifone, l’altro sull’appendi panni, un divano marrone con due cuscini ben sistemati. C’è aanche una stanza adibita a palestra: l’appartamento di Matteo Messina Denaro poteva essere l’abitazione di un uomo qualunque. Nel salotto una tv, i libri disposti su una mensola, i quadri alle pareti con riproduzioni di dipinti famosi, come i Girasoli di Van Gogh e le foto dei protagonisti del film il Padrino e di Jok
Il capomafia aveva anche adibito a palestra un piccolo ambiente in cui teneva una panca e dei pesi. Nella stessa stanza c’erano l’asse
Cinque carte di identità, probabilmente legate a profili di incensurati, sono state trovate nel covo di Matteo Messina Denaro nel vicolo San Vito a Campobello di Mazara. Si tratta di documenti che, negli ultimi anni, hanno protetto il boss latitante. Il sistema è lo stesso utilizzato con Andrea Bonafede, il geometra di cui il capo-mafia aveva assunto l’identità, utilizzata a partire dal 2020. Secondo quanto si apprende, con le generalità di altri favoreggiatori avrebbe viaggiato e concluso affari.
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Le immagini del covo
Per la prima volta dall’arresto, intanto, ieri i carabinieri del Ros hanno diffuso le immagini del covo di vicolo san Vito, a Campobello di Mazara nel quale il padrino trapanese ha trascorso gli ultimi mesi da uomo libero. Una casa ordinata, i quadri alla parete, due leoncini di peluche, uno su un termosifone, l’altro sull’appendi panni, un divano marrone con due cuscini ben sistemati, una stanza adibita a palestra: l’appartamento di Matteo Messina Denaro poteva essere l’abitazione di un uomo qualunque. Nel salotto una tv, i libri disposti su una mensola, i quadri alle pareti con riproduzioni di dipinti famosi, come i Girasoli di Van Gogh e le foto dei protagonisti del film il Padrino e di Joker.
Il capomafia aveva anche adibito a palestra un piccolo ambiente in cui teneva una panca e dei pesi. Nella stessa stanza c’erano l’asse da stiro, decine di scarpe costose sistemate in una scarpiera