Sabato 3 dicembre, viene riaperta, dopo quasi un anno, la Chiesa parrocchiale “San Paolo Apostolo” nel quartiere di Villa Mokarta ad Erice Casa-Santa

L’intervento complessivo ha avuto un costo di quasi 600 mila euro finanziati con l’Otto per mille alla Chiesa Cattolica e con il contributo dei fedeli

IL PROGRAMMA

Alle ore 16.30 i fedeli si raduneranno presso piazzetta vittime della strada in via Tiziano e, dopo una preghiera iniziale, in processione raggiungeranno la Chiesa dove si terrà la celebrazione eucaristica per la riapertura (ore 17) presieduta dal vescovo Pietro Maria Fragnelli e la presentazione dei lavori di restauro che ha riguardato non solo l’abbattimento delle barriere architettoniche ma anche importanti opere di risanamento e di ripristino della struttura, il rifacimento di finiture interne ed esterne, l’adeguamento liturgico e il restauro tra l’altro della bellissima pala con il Crocifisso glorioso dello scultore romano Ennio Tesei.

La Chiesa di San Paolo infatti, primo edificio di culto nato in Diocesi nello spirito del Concilio, riassume la storia dell’ecclesiologia di quegli anni e nelle sue espressioni spaziali e dunque rappresenta un interessante esempio di architettura sacra contemporanea

I COSTI

L’intervento complessivo ha avuto un costo di 581.625,00 di euro: il 63% è stato finanziato con un finanziamento dell’Otto per mille alla Chiesa Cattolica erogato dalla Conferenza Episcopale italiana mentre il restante 37% ( 216.000 euro)  è stato a carico della comunità parrocchiale che ha però ricevuto a sua volta un contributo di 45.000 euro da parte dell’otto per mille della Diocesi di Trapani.

I LAVORI: RIPRISTINO E RISANAMENTO MA ANCHE ADEGUAMENTO LITURGICO

I lavori diretti dall’ing. Giuseppe Ruggirello, hanno interessato l’intero edificio di culto e sono stati finalizzati al recupero e alla valorizzazione dei suoi diversi aspetti, architettonici, artistici, tecnologici, funzionali e, non ultimi, liturgici, teologici, simbolici, devozionali. Le opere attuate hanno compreso il ripristino delle facciate, il risanamento delle coperture e delle strutture, l’adeguamento impiantistico, l’introduzione di nuove e più adeguate soluzioni illuminotecniche e la sostituzione degli infissi esterni. Nell’ambito degli interventi è stata, inoltre, realizzata un’ulteriore fase dell’adeguamento liturgico dell’aula assembleare, eseguita secondo il progetto redatto dall’architetto Francesca Giardina in continuità con il precedente intervento di ridefinizione dei luoghi dell’annuncio della Parola di Dio e della celebrazione del sacramento del Battesimo, curato dallo stesso progettista ed ultimato nell’anno 2017. Il ridisegno dell’aula liturgica ha interessato la ridefinizione del luogo della custodia eucaristica, la rimodulazione delle pareti retrostanti all’altare, anche attraverso il restauro ed il riposizionamento della precedente pala, opera dello scultore Ennio Tesei, e l’introduzione di nuove geometrie, cromatismi e valenze simboliche nell’assetto compositivo ed espressivo degli infissi esterni. Elemento fondamentale che informa e qualifica la percezione dello spazio liturgico e, altresì, costituisce il filo conduttore dell’intero progetto, anche nelle sue relazioni con il precedente, è la luce, sia naturale che artificiale. La luce naturale è catturata dalle grandi finestre, mantenute nella posizione originaria ma variate nel disegno e nella connotazione cromatica di alcuni elementi focali. Attraverso le aperture, la luce naturale si diffonde nell’ambiente interno, valorizza la scena, accentra l’attenzione lungo i preminenti assi compositivi e plasma, con le sue modulazioni, i luoghi liturgici, ritmati dall’alternanza di ombra e chiarore. Nel nuovo disegno degli infissi, inoltre, l’inserimento di forme simboliche e di vetrate istoriate e colorate presuppone e suggerisce precisi riferimenti teologici. La croce stilizzata sulla facciata principale della chiesa, evidenziata dalla tonalità blu dei vetri, richiama il kerygma pasquale, centrale nell’annuncio dell’apostolo Paolo. Le tre finestre sovrastanti la pala d’altare rimandano, con il loro cromatismo, ai tre angeli alludenti alle tre persone della Trinità, rappresentati nell’icona dell’artista Andrej Rublëv. Le vetrate istoriate laterali, contraddistinte dai toni del blu (ad est) e del rosso (ad ovest), evocano, a loro volta, i temi del Battesimo e del Martirio, in riferimento alla biografia di San Paolo.  La luce artificiale, celata e indiretta, contribuisce, a sua volta, in maniera significativa alla ridefinizione del presbiterio, nella costante ricerca di armonia e coerenza di forme e di significati rispetto ai luoghi dell’ambone e del fonte battesimale, già rimodulati 5 anni fa. Attraverso inserti in punti ben precisi (ai lati della nuova custodia eucaristica, nelle porzioni terminali della parete retrostante all’altare e intorno al crocifisso inquadrato dalla pala soprastante la mensa), la luce artificiale cadenza l’alternarsi dei luoghi e dei simboli dello spazio sacro, istituisce rapporti di singolare intensità, genera effetti di astrazione e traduce l’assenza in fisicità: lo spazio vuoto diventa un pieno che la luce materializza e rende percepibile, con evidenti valenze simboliche.

Infine, il nuovo luogo della custodia eucaristica, mantenuto in corrispondenza della predella sinistra del presbiterio e concepito in coerenza con gli altri poli liturgici (ambone e fonte battesimale), è stato definito puntando al recupero ed alla valorizzazione del precedente tabernacolo. In analogia alle scelte materiche e formali adottate in precedenza per ambone e fonte battesimale, la preesistente custodia, oggetto di affezione e di identificazione dei fedeli della comunità parrocchiale, è stata incastonata all’interno di un semplice volume cubico in massello di marmo Nerello di Custonaci, individuato attraverso l’illuminazione indiretta e lievemente emergente da una stretta feritoia ricavata nella parete di fondo, a sua rimodulata al fine di ripristinarne la continuità con le restanti pareti del presbiterio.

Lilli Genco