In Sicilia i giochi sono fatti. Il senatore di Forza Italia Renato Schifani è candidato governatore di tutto il centrodestra. Sino all’ultimo Gianfranco Miccichè presidente all’Ars aveva puntato sull’ex ministra Stefania Prestigiacomo. Ma alla fine, nella rissa che si stava scatenando con Fratelli d’Italia e Lega, Miccichè ha preferito cedere su Schifani pur di non rivedere ricandidato il governatore uscente Nello Musumeci. Lo scontro tra i due presidenti della Regione e del Parlamento siciliano si è fatto durissimo, fino al punto di ritorno.
Giorgia Meloni ha scelto l’ex presidente del Senato tra i 3 nomi proposti da Forza Italia per individuare il candidato governatore della Sicilia. Poi l’ Ok della Lega: “Si chiude nel migliore dei modi una discussione lunga e accesa”. Nello Musumeci, che fino all’ultimo ha sperato di ritrovare il sostegno della sua coalizione, ha favorito un nome diverso dal suo.
“Sono onorato e commosso – ha detto Schifani: dalle parole di Gianfranco Miccichè che mi indica come candidato di Forza Italia alla presidenza della Regione siciliana. Un profondo e sincero ringraziamento va al presidente Berlusconi, al coordinatore nazionale Antonio Tajani e alla classe dirigente del mio partito che ha voluto questo impegno. ringrazio inoltre tutti gli alleati della coalizione. – ha continuato il senatore forzista – per il sostegno e la fiducia dimostratami. Lavorerò senza sosta per il bene e la crescita della mia terra, sempre nel rispetto delle varie sensibilità dei partiti della coalizione e della sua unità”.
Schifani adesso dovrà ricucire lo strappo e non solo. Il senatore, come giorni fa ribadito dal Movimento 5 Stelle, è imputato per concorso in associazione a delinquere semplice e rivelazione di notizie riservate nel processo alle talpe dell’ex presidente degli industriali siciliani Antonello Montante.
Altri ostacoli per Schifani sono l’ex sindaco di Messina Cateno De Luca e l’attuale vicepresidente della regione, Gaetano Armao, sostenuto da Renzi e Calenda.
Ieri sono state sei le liste che sosterranno la corsa di Schifani, 4 quelle di Caterina Chinnici e poi le tre liste , forse perfino il doppio, a sostegno di Cateno De Luca. Ultimo a farsi avanti è stato Gaetano Armao che correrà con i simboli di Azione Italia Viva racchiusi in un’unica lista.
Intanto nel centrosinistra restano tesi i rapporti tra Pd e M5S.