Il presidente del Consiglio Mario Draghi annuncerà domani giovedì nell’aula della Camera, all’inizio della discussione generale convocata alle 9:00, la propria intenzione di andare a dimettersi al Quirinale. Una giornata di accelerazioni e rallentamenti che poi ha restituito questo risultato.
In un clima surreale il Premier Draghi è riuscito a incassare in Senato solo 95 voti favorevoli, il risultato più basso che il governo ha ottenuto in questa legislatura. Un numero esiguo per proseguire il cammino del governo. A mettere la parole fine non è solo il Movimento 5 stelle che non partecipa al voto ma pesano sull’esito le assenze di Lega e Forza Italia che lasciano l’emiciclo. I senatori di Conte però garantiscono il numero legale rimanendo in Aula, come “presenti non votanti”. A paventare il rischio che si poteva incappare nella mancanza del numero legale, rendendo nulla la votazione, è stata la stessa presidente Elisabetta Casellati in Aula dopo la dichiarazione della capogruppo 5s Mariolina Castellone. Alla fine i presenti sono risultati 192, 133 i votanti e il tetto per la maggioranza pari a 67.