“Berta del gran piè, Mainetto e Orlandino” ecco i racconti inediti che Antonio Pasqualino scrisse per la nipotina Giulia

“Berta del gran piè, Mainetto e Orlandino” ecco i racconti inediti che Antonio Pasqualino scrisse per la nipotina Giulia

Pubblicato il primo volume per le Edizioni Museo Pasqualino, che verrà presentato domani alle 11 al Salone del Libro di Torino

Una storia che ne racchiude tante altre, come nella più bella delle fiabe. Una storia in cui il racconto inizia dalla passione di un nonno e dal ritrovamento casuale di un suo scritto appositamente per la nipotina Giulia.

Il nonno in questione è Antonio Pasqualino, scomparso nel 1995, appassionato studioso, collezionista e cultore dei pupi, di cui porta il nome il Museo internazionale delle Marionette. Nel manoscritto ritrovato si intrecciano tre generazioni: i destinatari (la nipote, e per estensione tutti i bimbi del mondo) un padre e un nonno (Antonio e il figlio Guglielmo, entrambi autori delle illustrazioni).

Il risultato è “Berta del gran piè, Mainetto e Orlandino” (48 pagine, 19 euro), primo volume di un grande progetto editoriale delle Edizioni Museo Pasqualino per la collana per bambini Piccirè, curata da Cristina Stassi, che verrà presentato domani, domenica 22 maggio, alle 11 al Salone del libro di Torino.
Interverranno Rosario Perricone, direttore delle Edizioni Museo Pasqualino, e Guglielmo Pasqualino.

Le vicende di questo primo volume narrano, con un linguaggio avvincente, capace di affascinare grandi e piccini, esattamente il momento in cui la storia dei paladini di Francia ebbe inizio. Una narrazione affascinante e senza tempo, che Antonio Pasqualino aveva pensato perché la nipotina amasse le gesta dei suoi adorati pupi, e che aveva per questo corredato di illustrazioni con il suo tratto inconfondibile. Cui si aggiungono i disegni del figlio, Guglielmo Pasqualino, e i box esplicativi dell’antropologo Alessandro Napoli (altro figlio d’arte, della grande famiglia di pupari catanesi), per aiutare i più piccoli a orientarsi meglio fra famiglie e genealogie dell’epica carolingia.

Tutto, dunque, inizia da Berta del gran piè, moglie di re Pipino, che altrimenti avrebbe rischiato di lasciare il regno senza eredi. Berta, la figlia del re d’Ungheria, che va in sposa al vecchio re. Dopo varie traversie, grandi pericoli e battaglie, riesce a ricongiungersi con Pipino e la famiglia.

Mainetto è invece la storia del piccolo Carlo Magno. Si scoprirà che il grande imperatore di Francia veniva chiamato così non tanto perché destinato a grandi imprese ma perché i suoi genitori lo concepirono su un carro in un bosco chiamato “magno”. Un nome che ne che segnò il futuro.

La storia che chiude questo primo libro è Orlandino, e narra l’infanzia del più prode dei cavalieri. Nato in una grotta, Orlandino ricevette tre doni: nessuno avrebbe potuto combatterlo senza aver paura, nessuno avrebbe potuto resistergli più di tre giorni, nessuno avrebbe tagliare le sue carni. Si dice che ebbe questi doni da San Giorgio e dalle fate.

“Quello dei racconti di Antonio Pasqualino è un ritrovamento che ci emoziona molto – afferma il direttore delle Edizioni, Rosario Perricone – non solo per i testi e le illustrazioni, ma anche per la volontà del grande antropologo di raccontare la storia dei paladini ai più piccoli. Di questa pubblicazione e le successive vogliamo farne dono a tutti i bambini del mondo”.

In allegato copertina e scheda del volume

Antonio Pasqualino (1931 – 1995)
Chirurgo e antropologo, pur continuando a esercitare la professione medica, ha insegnato nel Dipartimento di Antropologia dell’Università della California a Berkeley e nell’Istituto di Antropologia dell’Università di Palermo. Ha fondato l’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari (1965), il Museo internazionale delle marionette (1975), nonché il Festival di Morgana, che si svolge annualmente. Tra i suoi scritti più importanti: L’opera dei pupi (1977),Dal testo alla rappresentazione. Le prime imprese di Carlo Magno(1987), Le vie del cavaliere dall’epica medievale alla cultura popolare(1992) e, postumi, L’opera dei pupi a Roma, a Napoli e in Puglia(1996) e Rerum palatinorum fragmenta, a cura di Alessandro Napoli (2020).