Sono entrati in servizio a tempo indeterminato i 32 precari storici del Teatro Massimo Bellini. Questa mattina, nel foyer del teatro, hanno prestato giuramento di fedeltà alla pubblica amministrazione davanti al presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, all’assessore regionale allo Spettacolo Manlio Messina, all’assessore alla Cultura del Comune di Catania Barbara Mirabella, al commissario straordinario dell’Ente Daniela Lo Cascio e al sovrintendente Giovanni Cultrera di Montesano. «Oggi è stato compiuto un atto di giustizia. Dopo quasi trent’anni – ha sottolineato il presidente Musumeci – il governo regionale ha messo fine, infatti, ad una situazione di incertezza e fragilità lavorativa che andava avanti da troppo tempo. Abbiamo fatto il nostro dovere. Avevamo preso questo impegno già nel 2019 e oggi, grazie agli sforzi dell’assessore Messina, di tutta la giunta e del commissario dell’ente, possiamo gioire per questo risultato concreto in linea con il percorso che dovrà mirare in tempi brevi ad integrare la pianta organica del Teatro Massimo Bellini, condizione necessaria per promuovere il suo rilancio nazionale e internazionale. In questi quattro anni abbiamo stabilizzato oltre 9 mila precari in vari settori della pubblica amministrazione e continueremo a farlo laddove sarà possibile». «Dagli anni Novanta si parla della stabilizzazione delle maestranze del Bellini – ha aggiunto l’assessore Messina – e oggi possiamo dire di avere raggiunto un traguardo storico, di avere restituito dignità a questi lavoratori. Una vicenda che ho sempre avuto a cuore, la cui positiva soluzione per me è una forte emozione. Un obiettivo raggiunto grazie al lavoro in sinergia di tutti, del governo Musumeci, dei vertici del Teatro, dei lavoratori e dei sindacati, che si sono fidati di noi. E anche grazie ai parlamentari che in Assemblea regionale non ci hanno fatto mancare il loro sostegno. Oggi il Bellini è fuori dal guado, sappiamo che c’è ancora da fare, ma il giuramento dei nuovi dipendenti è il miglior viatico per il futuro che il tempio catanese della musica merita».
«Questa giornata – ha aggiunto l’assessore Mirabella – è la conferma del valore delle professionalità presenti all’interno del Bellini, che adesso possono sentirsi definitivamente a casa. Ne avevamo cominciato a parlare col governo regionale qualche anno fa, di fronte a un teatro non in buona salute: adesso, grazie all’energia di tutti, un obiettivo che sembrava irraggiungibile è finalmente realtà». «La stabilizzazione – ha proseguito il commissario straordinario Lo Cascio – ci ha consentito di chiudere anche un gravoso contenzioso e risparmiare l’esborso di somme ingenti. Un particolare ringraziamento va al governo regionale per l’impegno preso e mantenuto. La stabilizzazione non è un punto di arrivo, ma va considerata l’inizio di un processo che dovrà portare a progressioni verticali del personale e a nuove assunzioni, per integrare un organico carente soprattutto nel settore amministrativo». «Questo è un giorno “lirico” – ha sottolineato il sovrintendente Cultrera – lungo il cammino tracciato dal governo Musumeci. E’ stata eliminata una piaga cronica e possiamo guardare a un futuro di prosperità: la triennalità dei fondi, il piano del fabbisogno di personale, i fondi strutturali per il restauro, i lavori per l’Ente museale, la riqualificazione del personale, il recupero della stagione frenata dalla pandemia e le tournée internazionali sono la dimostrazione di un’azione significativa che punta a fare di questo Ente un fiore all’occhiello di Catania e della Sicilia». TRENT’ANNI DI ATTESA. La stabilizzazione chiude anche la connessa vertenza sindacale. I primi lavoratori con contratto a tempo determinato, infatti, sono stati assunti negli anni ’90. Si sono via via aggiunti gli altri, assunti con una selezione al collocamento. Autisti, addetti al controllo di sicurezza dei macchinari, falegnami, pittori, caldaisti, archivisti, sarti, uscieri, alcuni membri dell’orchestra e tante altre figure professionali indispensabili, per tanto tempo avevano ricevuto promesse non mantenute. Negli anni varie forze politiche e governi regionali si sono succeduti senza risolvere il problema, temporeggiando, mentre i lavoratori reiteravano la medesima richiesta: fare una deroga alla legge che impedisce tuttora nuove assunzioni a causa della carenza di risorse economiche. Una legge regionale che esiste dal 2010 e che considera nuove assunzioni quelle che raggiungono o superano la durata di 12 mesi. Per tanti anni, dunque, le maestranze hanno lavorato 11 mesi e il dodicesimo venivano licenziati per poi ricominciare da capo.Stagione dopo stagione, la loro situazione è peggiorata. Non più contratti da 11 ma di pochi mesi, addirittura di pochi giorni, alternati a periodi di fermo. Stanche e deluse, le maestranze hanno scioperato più volte, hanno occupato il tetto del Teatro per più di un mese, il palco, gli uffici del teatro Sangiorgi. Durante le tante proteste, qualcuno ha anche minacciato gesti estremi che per fortuna non si sono mai concretizzati. Oggi finalmente si può parlare al passato e la precarietà dei lavoratori ha lasciato il posto alla stabilità. MUSICA PER LA PACE. Ieri sera al Bellini si è tenuto il “Concerto per la pace”, promosso dal Teatro assieme a una raccolta fondi in collaborazione con la Croce Rossa a favore della popolazione ucraina. In allegato il video dell’orchestra e del coro dell’ente lirico catanese, diretti da Fabrizio Maria Carminati, nell’esecuzione del “Va, pensiero” dal Nabucco di Verdi.
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