La deputata 5 Stelle chiede che l’area venga inserita nell’elenco dei siti da riqualificare: ne sono stati individuati 36 in Sicilia, ma nessuno in provincia di Ragusa
“Si chiamano ‘siti orfani’ le aree contaminate e da riqualificare con fondi del Pnrr: da questi siti non può assolutamente restare escluso quel tratto di litorale lungo 7 chilometri, tra Marina di Acate e Scoglitti, nel Ragusano, sequestrato a gennaio. Una scandalosa discarica oggetto da sempre delle nostre denunce, con tonnellate di spazzatura sepolta sotto le dune, con strati alti anche cinque metri di rifiuti di vario genere, quasi tutti di plastica o materiale non biodegradabile”.
Lo chiede alla Regione Siciliana Stefania Campo, deputata all’Ars del Movimento 5 Stelle, che ha presentato una mozione per impegnare il governo ad agire urgentemente perché il sito di Marina di Acate rientri nell’elenco dei siti inquinati e da bonificare con fondi Pnrr. Al momento l’elenco è costituito da 36 siti nel territorio dell’Isola, ma neppure uno è stato individuato in provincia di Ragusa.
“La nostra battaglia – ricorda Campo – contro l’abbandono selvaggio delle plastiche in spiaggia e il terrificante inquinamento dei litorali è stata ininterrotta. Il sequestro operato lo scorso gennaio dalla Capitaneria di Porto di Pozzallo, che ha apposto i sigilli a ben 62 mila metri quadrati di costa, lo consideriamo una tappa, molto proficua, di un percorso di giustizia che dovrà però proseguire per giungere alla bonifica e alla riqualificazione della spiaggia. Abbiamo a disposizione i fondi del Pnrr e in particolare quelli del Programma nazionale di finanziamento degli interventi di bonifica e ripristino ambientale dei siti orfani (nello specifico si tratta della misura M2C4, investimento 3.4), con risorse statali per ben 500 milioni di euro. Non vi è alcun dubbio che il sito di Marina di Acate, teatro di un disastro ambientale dalle enormi proporzioni, non possa restare escluso dagli interventi previsti per i siti orfani. L’opportunità non va persa e chiedo con fermezza che il governo regionale lo inserisca al più presto nell’elenco aggiungendolo ai 36 già previsti in Sicilia. Si aprirà così, concretamente, la possibilità di un ripristino dei luoghi con l’obiettivo, che tutti desideriamo, di restituirli al decoro ambientale e alla fruizione da parte dei cittadini”.