Ieri i migranti hanno donato i dolcetti davanti alla Chiesa Maria Santissima Ausiliatrice
Concluso il primo laboratorio di pasticceria multietnico ad Alcamo. La Frutta Martorana prodotta nel corso dell’ultimo fine settimana presso l’Oratorio dei Salesiani è stata distribuita domenica mattina, poco dopo mezzogiorno, davanti la Chiesa Maria Santissima Ausiliatrice di Alcamo, al termine della funzione religiosa delle 11:30, officiata da Don Enzo Lo Sardo. All’inizio della Santa Messa una delegazione dei 29 migranti ospitati nel Centro di Accoglienza SAI di Alcamo (via Kennedy) è stata invitata all’altare per illustrare il progetto dolciario nato dalla collaborazione fra i Salesiani di Alcamo e la Cooperativa Sociale Badia Grande. Un momento molto emozionante a cui sono seguiti scroscianti applausi dei presenti. A fine funzione i ragazzi bengalesi, tunisini e palestinesi hanno donato la frutta martorana a quanti erano in chiesa. Un piccolo cadeaux, un dolce pensiero verso la comunità di Alcamo che li ha accolti… Un segno della loro presenza, una mano tesa verso l’integrazione multietnica.
Il laboratorio appena concluso, il primo di tanti altri che seguiranno nei prossimi mesi, è stato dedicato a “sua eccellenza” la frutta martorana ed ai biscotti di mandorla. Durante lo scorso fine settimana, gli “aspiranti pasticceri: Omar, Jahid, Soriful, Kabir e Shahadet Hussain (Bangladesh), i fratelli Hani e Fedi (Tunisia), ed Alí (Palestina), tutti di età compresa fra i 18 ed i 31 anni, sono stati accolti dalle “Pasticcere di Don Bosco”, ovvero: Caterina Sessa, Mimma Pecoraro, Vitalba Parrino, “capitanate” da Anna Maria La Rosa, Responsabile delle Lady Chef dell’Associazione Cuochi e Pasticceri Salvatore Schifano di Agrigento. Sono stati “dolci” pomeriggi quelli vissuto dal gruppo di immigrati ospiti del Centro di Accoglienza di Alcamo intenti a preparare cesti di “Frutta Martorana” e di “Biscotti di Mandorle” nei locali dell’Oratorio, gentilmente concessi dal Rettore, Don Luigi Perrelli. Nelle cucine di via Erice si sono vissuti momenti frenetici, ma allo stesso tempo gioiosi, per questi giovani immigrati intenti ad amalgamare gli ingredienti (farine, uova, miele, glucosio, essenze di mandorle amare, ecc.), a impastare, a manipolare l’impasto sulle formine di gesso, a decorare la frutta con colori per alimenti, a realizzare i dolcetti e infornare e sfornare biscotti di mandorla.
I migranti hanno seguito con attenzione le lezioni teoriche sulla frutta martorana e sui biscotti di Mandorla (dalla legenda sulle origini di questi dolcetti fino alle tecniche di produzione, compresa la decorazione), grazie alle traduzioni simultanee delle operatrici del Centro di accoglienza di Alcamo: Alessia Rizzo (Educatrice), Rossella Orlando (Psicologa), Alba D’Ambrosio (Assistente Sociale, nonché direttrice del Centro di Accoglienza di Alcamo), Fathia Soltani (Mediatrice) e Lorena Tortorici (Coordinatrice degli 11 centri “Marsala SAI”). Fin dal primo pomeriggio i partecipanti al laboratorio di pasticceria hanno avuto modo di mettere “le mani in pasta” e di preparare un consistente numero di frutti martora e di biscotti di mandorla. Il tutto nel pieno rispetto delle tradizioni del posto, delle rispettive ricette, delle norme igieniche-sanitarie e delle restrizioni imposte per frenare la diffusione del Covid. Un’esperienza multietnica che ha arricchito tanto sia i migranti che lo staff impegnato nel Laboratorio di Pasticceria.
Il tutto si è svolto come da “copione”: un laboratorio di pasticceria siciliana per avvicinare gli immigrati ospiti del centro di accoglienza e la comunità alcamese. L’iniziativa rientra nell’ambito del progetto in itinere “Gli altri siamo noi…”. Infatti la troupe televisiva di Hermes TV ha seguito con le proprie telecamere l’evento. Questo laboratorio sarà oggetto, altresì, di uno dei dodici storytelling in fase di produzione, voluti dal Presidente della Cooperativa Sociale Badia Grande, che gestisce il SAI Marsala che vede insieme undici Centri dislocati in sette Comuni del Trapanese (Alcamo, Buseto Palizzolo, Custonaci, Marsala, Paceco, Salemi e Vita). Si tratta di un progetto innovativo che mette insieme doti, arti, mestieri e passioni dei migranti davanti agli obiettivi delle macchine da presa. Il tutto per raccontare, con la tecnica dello storytelling multimediale, l’accoglienza ai migranti in provincia di Trapani. Lo scopo è di promuovere il lato sano dell’immigrazione atto a favorire la socializzazione con la popolazione nativa del posto, per avviare le basi portanti della reale integrazione multi etnica. In pratica si cercherà di mostrare chi sono realmente i migranti, fuori dai comuni stereotipi talvolta “volutamente” forviati.
Alberto Di Paola