Perché sconvolge la fruibilità dei luoghi. Perché non poteva essere pensata e progettata lì. Perché è una cosa buona nel posto sbagliato.
È stata progettata in una zona della città che da secoli ha diversa vocazione e diversa destinazione. Di fatto impedisce la fruizione dello Stagnone nella stagione balneare ed oltre. Toglie ai Marsalesi una litoranea da sempre scelta la domenica, nelle feste e nei pomeriggi estivi per passeggiate a piedi e in macchina con vecchi e bambini. Danneggia gravemente i residenti e i villeggianti. Restringe una strada che larga non è e che impraticabile, per altro, diventa d’inverno per allagamenti da pioggia e da mare grosso. Impedisce la viabilità turistica da e per Mothia, Mammacaura e Birgi. La sua presenza costituisce pericolo permanente per adulti e piccini nella fruizione lungo tutto il litorale.
È dunque lecito chiedere agli amministratori e ai tecnici con quali criteri hanno scelto il luogo e su quali valori etici si sono basati nel progettare.
Ed è anche lecito chiedersi, senza reticenze, come fa la spocchia e la presunzione di chi ha voluto e fatto progettare lì quest’opera ad insistere nel difenderla. In autotutela o nell’interesse della Città? Come fa a non volersi accorgere del danno che ha provocato già per cui ripieghi e accorgimenti devono essere via via adottati senza riuscire a risolvere i tanti problemi che quest’insensata scelta ha determinato? Come si può insistere a difendere l’indifendibile?
Qualunque progettazione deve rispondere a valori etici, di impatto coi luoghi, di rapporto onesto tra costi e benefici. Non è evidente che questi canoni siano stati rispettati.
In ogni caso occorre difendere Spagnola e lo Stagnone nella loro centenaria vocazione civile e ambientale di valore universale.
Quest’opera pertanto non può essere né collaudata né resa operativa. Non si aspettino eventi sventurati! Riconoscere gli errori comporta problemi? Peggio per chi gli ha creati.
Gioacchino Aldo Ruggieri