È una cosa buona nel posto sbagliato perché uccide la tradizione millenaria di un litorale
La pista ciclabile sulla litoranea di Stagnone è un errore tecnico, morale, turistico, paesistico, economico, sociale. Lungo il litorale dello Stagnone i marsalesi hanno vissuto il mare, il paesaggio, il tempo libero, le feste diurne e notturne, i giochi dei bimbi. Lungo il litorale dello Stagnone per raggiungere l’ imbarcadero per Mothia o Mammacaura, sono passati centinaia di pullmans pieni di turisti ammirati di luminose giornate e di tramonti mozzafiato nel panorama delle Egadi, di isola Lunga, di Mothia, Schola e Santa Maria. Dai pontili prima voluti, poi non legittimi e “ lesivi del paesaggio”, poi buoni, utili e ricostruiti, sono saltati in mare o su di essi si sono crogiolati al sole migliaia di uomini, donne e bambini nei tempi lunghi dello Stagnone vissuto anche da pescatori, piccole barche a remi e a vela e in ultimo da rombanti scafi che bene non gli hanno fatto.
Lo Stagnone, il suo litorale, il suo mare sono stati di tutti nelle estati assolate, negli autunni miti e nelle dolci primavere di quest’angolo di paradiso.
La pista ciclabile che lì si è voluta é sbagliata sul piano tecnico: é una cosa buona nel posto sbagliato; é immorale perché uccide la tradizione millenaria di fruizione di un litorale che é di tutti i marsalesi e non solo degli amatori della bicicletta per i quali si dovevano pensare e scegliere altri siti sostenibili e appropriati.
É dannosa sul piano turistico e paesistico perché costringe a deviare lo storico percorso di pullmans che a decine attraversarono la litoranea con forte richiamo di affetti. É delittuosa sul piano economico e sociale per i traffici che consentiva la frequentazione di automobili, motociclette, biciclette, pedoni; con un posteggio a destra per macchine di mamme e papà che portarono i bambini nelle spiagge sicure di questo splendido lembo di paradiso.
Per gli errori tecnici, morali, storici, la pista non va né collaudata né attivata almeno per il periodo estivo. Non può aver posto lì dove maldestramente é stata voluta e progettata. Bisogna avere il coraggio di correggere gli errori prima che diventIno tragici e comunque gravemente pericolosi per l’ incolumità di adulti e piccini.
Politici e tecnici devono sapere e ricordare che i luoghi vanno tutelati nella loro naturale vocazione. E la vocazione naturale dello Stagnone é quella storica.
I disastri ecologici nascono anche da progetti velleitari, non pertinenti ai luoghi, che distruggono storie centenarie di civiltà sociale.
Né la politica né la tecnica hanno tenuto in conto l’ impatto ambientale sul microcosmo dello Stagnone. E questo é grave.
Occorre ridurre tutto in pristino. E chi ha sbagliato paghi l’incompetenza e la presunzione.
Gioacchino Aldo Ruggieri