Un seme germoglia dopo quindici anni

Un seme germoglia dopo quindici anni

Scrive Elio Piazza sulla cura e tutela dei beni pubblici comuni

Il Regolamento per la partecipazione dei cittadini alla cura e tutela dei beni pubblici comuni è nato da poche settimane grazie all’approvazione unanime del Consiglio Comunale. Ho atteso quindici anni questo evento e ne sono ben lieto.

Ricordo, infatti, che alle due precedenti elezioni comunali ho consegnato ai candidati più “papabili” per conseguire la carica di sindaco o assessore il regolamento lab-suss redatto dall’Università di Trento, fatto proprio, con adeguamenti alle situazioni locali, da numerose città piccole e grandi, tra queste ultime Bologna.

Ci tenevo molto a sollecitare i concittadini di buona volontà a fare qualcosa per la cura, tutela e valorizzazione dei beni comuni: parchi, giardini, monumenti, aree libere demaniali. Avevo letto cronache e commenti all’ attuazione concreta del movimento che pian piano andava prendendo piede in tutta Italia. Ed alla domanda che gl’indifferenti rivolgevano a chi aveva voglia di partecipare senza alcun compenso ma soltanto per amore della città, la risposta era: “Lo faccio perché mi piace farlo”.

E nel raggio di cento metri dalla mia dimora in via Curatolo, mi è piaciuto fare qualcosa riguardante i beni comuni.

Le insistenze inarrestabili perché si costruissero aule nell’area risultante dalla chiesa di San Girolamo, distrutta dagli angloamericani l’ XI maggio del 1943, produssero il varo del cantiere per la costruzione delle aule. Ma, affiorati i reperti del IV secolo a.C. e, nel lungo volgere degli anni, venuta meno la necessità delle aule per la progressiva diminuzione degli alunni, ecco che nel dicembre del 2007 la nostra Città si è arricchita di un bene archeologico meritevole di tutela. L’area è stata oggetto di ripetuti atti vandalici e di scarsa manutenzione, specialmente dell’arredo urbano.

Le insistenze inarrestabili perché si costruissero aule nell’area risultante dalla chiesa di San Girolamo, distrutta dagli angloamericani l’ XI maggio del 1943, produssero il varo del cantiere per la costruzione delle aule. Ma, affiorati i reperti del IV secolo a.C. e, nel lungo volgere degli anni, venuta meno la necessità delle aule per la progressiva diminuzione degli alunni, ecco che nel dicembre del 2007 la nostra Città si è arricchita di un bene archeologico meritevole di tutela. L’area è stata oggetto di ripetuti atti vandalici e di scarsa manutenzione, specialmente dell’arredo urbano.

Per quel poco che ho fatto, non mi attendo riconoscimenti e medaglie, mi soddisfa abbastanza il piacere di aver fatto qualcosa perché “mi è piaciuto farlo” per la mia Città.

Elio Piazza